Oltre le preghiere a ‘mano alzata’, i Babilonesi avevano altre preghiere di struttura più semplice (essenzialmente invocazione e domanda), non influenzate dalla magia, e che essi designavano con il termine ikribu (sumerico siskur, o shud) destinate alla devozione privata o al culto pubblico.
Esamino il termine IK RI BU con l’hp. sumera: UB Cielo IR andare KI Terra.
Ikribu è un termine accadico, come comprovato in .
SIS KUR sumero , ‘vita cuore’, SH UD ‘vita Dio’ [ingl. God ß GH UD] .
UB Cielo IR andare KI Terra è l’espressione sumera originale del simmetrico ikribu.
Cibo, lat. cibu, è l’esigenza fondamentale emergente da KI UB.
Cibòri emerge da ikribu. Ciborio lat. ciboriu ‘coppa da bere’ dal gr. kiborion ‘fava egiziana’, poi ‘coppa a forma di quel frutto’. Edicola di marmo, sostenuta da quattro colonne, contenente l’altare nelle antiche chiese cristiane. Tabernacolo contenente la pisside con le ostie. Pisside.
Pisside ß lat. pyxis scatola, vasetto rotondo poligonale per medicine, unguenti, profumi, ecc. in bosso, in altro legno, in metallo, ma più specialmente in avorio. Gli esemplari noti più antichi risalgono al sec. VI e vanno fino al sec. IX. E’ ovvio che i cristiani dovessero avere qualche oggetto o custodia per portare l’Eucaristia alle loro case o ai fedeli detenuti nelle prigioni. Damaso ricorda Tarsicium sanctum Christi Sacramenta gerentem; e s. Cipriano un’arca in qua Domini santum fuit.
Ciborio svela la massima ricchezza in risposta a ikribu.
Autore: carlo.forin1@virgilio.it