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Carlo FORIN. Lares.

Lares sono gli antenati dei Romani.
Lo studio di Antares (durato otto anni) dovrebbe far trasparire l’etimo dei Lares. ‘ANTA RESH’ (1): che cosa significa? Non traspare subito il filo che la colleghi ai Lares, anche se risuona ‘res’ in entrambi i termini.
Ortus, sorto –detto di un astro, ed Antares è una stella- fa trasparire UR TUS = SUT RU, Luna-Sole sacro [ma, già ortu (abl.) < UR TU, fa sparire la luna S. La crasi TU UR enuncia TUR –centrale in Sa-tur-nus].
E’ una buona via (via < UIA –sentiero I tra Cielo U e Terra A) ma la cosa non è semplice: ‘cosa’, res, mostra etimo KU SHA, ‘distinguo utero’ [Ci risuona una minaccia: suter, ne ultra crepidam! Calzolaio, non andar oltre la scarpa! Ma il calzolaio è un altro, che ci può far lezione sulle scarpe, ma sulle parole…].
Res ha una quarantina di significati, esaltati da Res Publica, la forma di Stato instaurata a Roma con la cacciata dei Tarquinii: la Repubblica.
Non possiamo partire da qui ‘per andar oltre’ (LA sumero), ma da noi!
Lo Zingarelli etima: “cosa < lat. causa (m) ‘causa’ che attrav. il senso di ‘affare’, sostituisce res”. Un etimo rispettabile, per la riflessione palese; e possibile, sul piano storico. KU SHA è alternativo; lo chiamiamo etimo ‘archeologico’. KA U SHA rivela ‘anima utero Cielo’.
L’archeologia del linguaggio ci consegna etimi giustificati dalla lingua e da un’indagine a largo raggio, ma non specifica storicamente.
Che cosa significa stimare ugualmente possibili un etimo storico ed uno archeologico?
L’archeologia del linguaggio è appena nata ed esplode già tante domande; una su tutte: la lingua è dotata di una specie di memoria < memoria < ME MUR IA (‘luogo di vita-morte del ME’)? Se così è allora il filo storico si può rompere (morte del ME) e quello archeologico rimaner vivo (vita del ME). Non è necessario chiedere lumi a Le Goff per renderci consapevoli del fatto che la memoria storica conserva un tessuto tarlato dalle tarme (esaugurazioni, dimenticanze, occultamenti etc.).
KU si è cominciato a chiarire con gnosco < G NUS KU. Gnosco è ‘comincio a distinguere’. KU è il battito sumero che fa distinguere. Cognosco < KU G NUS KU: da due battiti il riconoscimento viene chiaro.
NUSKU è il figlio di EN LIL, mandato dal padre in mezzo al buio agli Inferi per avvertire della rivolta degli dèi, Sole e Luna compresi -a non far più luce- e G è la lampada di luce che porta per distinguere nel buio.
Etimare gnosco lat. < G NUS KU è già fare una cosa nuova.
Comprovare con gnosis gr. < G NUS IS significa consolidarla: ‘luce mente vita’, più nota come Sophia (2).

La linguistica (3) ci offre una spiegazione di LA:

2. La formula onomastica La Tita: analisi funzionale
Si impone per immediata evidenza l’analisi funzionale nelle unità designative (‘nomi’) La Tita: formula onomastica in cui La è sigla (abbreviazione) di prenome femminile, mentre Tita rappresenta un gentilizio parimenti femminile. Si tratta, nel caso specifico, ed in maniera particolarmente significativa e rivelatrice, di un ‘Individualnamengentile’.

L’archeologia del linguaggio ringrazia la linguistica dello splendido assist:
LA TI TA in sumero si legge facile: ‘oltre (LA) il luogo (TA) della vita (TI)’. Che sia un prenome gentilizio femminile, chiarito da un LA, ‘andar oltre’, con simmetrico AL, ‘alto’, che rinvia ad Alma Ceres, è cosa ghiotta in TO (4).
Urge però falsificare I Tirreni a Lemnos, titolo del lavoro prezioso di Carlo De Simone. L’ideologia (5) ha condotto questo autore a menare i Tirreni fino all’isola di fronte a Troia pur di non riconoscere il cammino dei KI TUS/TUS KI da Lemnos in Etruria.
La TO ci fa leggere Lemnos come LEM NUS = SU NU ME EL, ‘mano nume EL’.
Il lemma Lemnos nasconde EL (MA origine del ME potere creativo di EL), più chiaramente indicato da Ilio, nome di Troia (IL IU) < EL LIL-sentiero Cielo. NUS, come abbiamo visto in G NUS IS, Luce mente vita, ha il significato di ‘vita’ connesso alla ‘mano del Dio’ che porta la vita.
Res Ilia è noto tra i teonimi esaltati dai Romani come origo.
Non è noto ANTA RESH, Alto Cielo Sole-Luna.

La res, andar oltre la cosa, e AL RESH sillababile AL RE SH, ‘alto Sole Luna’, ci porta fino alla firma del fegato di Piacenza, fino al teonimo dell’incipit di Maro/ MA RU nelle Georgiche: Liber et Alma Ceresh.
MA AL, madre alta, KI ERESH Terra (KI) casa (E) Sole-Luna (RESH).

KI ERESH GAL è lettura di ERESH KI GAL, la regina degli Inferi.
G AL è la Luce (G) alta che LA, va oltre.
Lares  è LA RESH, probabilmente ‘che va oltre (la morte) a RESH’.

Probabilmente va scritto probabilmente forti del fatto che bisogna osare, perché la potenza superlinguistica dei teonimi ci invita a farlo, ma rimanendo consapevoli delle innumerevoli varianti connesse ad ogni teonimo, tali da comportare lunghissimi discorsi illustrativi e diverse occasioni di errore.

(1) In maiuscoletto le espressioni sumere.
(2) Ireneo di Lione, Contro le eresie, Milano , Jaka Book, 1997, a cura di Enzo Bellini. (Denuncia e confutazione della falsa gnosi libri 5).
(3) Con Carlo DE SIMONE, I Tirreni a Lemnos, evidenza linguistica e tradizioni storiche, 1996 Olschki, Firenze, p. 9.
(4) Teonomasiologia.
(5)  http://www.tellusfolio.it/index.php?prec=%2Findex.php%3Flev%3D66&cmd=v&id=2294

 

 


Autore: Carlo Forin

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