“Virtuale”. Una parola di moda nel mondo della cultura, dei musei e delle opere d’arte. Certo fa un po’ paura immaginare il reale sostituito dall’artificiale, ma in verità il fine è nobile: introdurre il visitatore più direttamente ed emozionalmente nella storia del passato, facendo rivivere atmosfere e scene di vita d’epoca attraverso ricostruzioni in 3D. Una sorta di anteprima, di viaggio nel passato prima della visita sul campo. Insomma, l’alta tecnologia al fianco della storia dell’arte e in particolare dell’archeologia. E’ in questo campo archeologico che maggiormente si sviluppano progetti e iniziative di ricostruzione virtuale: musei reattivi, motori 3D, portali museali, guanti palmari che consentono di ammirare i monumenti e al tempo stesso di osservarne la ricostruzione su monitor. Una sorta di fantascienza alla portata di tutti.
A Roma, dalla primavera del 2006, sarà in funzione un vero e proprio teatro da 150 posti che consentirà ai turisti di partecipare, per una volta, ad un vero combattimento di gladiatori del Colosseo di Roma, di passeggiare nei Fori imperiali o di visitare la Domus area; il tutto solo indossando degli speciali occhiali per la visione in 3D. Ma in Campania, agli scavi di Pompei, un’iniziativa del genere è già in funzione. Una sorta di piccolo Archeopark.
L’idea originale è detta “eduitainment”, parola che unisce i due significati (in inglese) di educazione e intrattenimento. Si partecipa in prima persona ad una quasi reale eruzione del Vesuvio e di colpo si è catapultati nel passato a rivivere pezzi di storia.
“Il meccanismo è semplice – spiegano i responsabili della Virtualand che gestisce il servizio – si tratta di un sistema che riproduce lo stesso meccanismo che mette in moto il nostro cervello quando recepiamo i segnali attraverso gli occhi e li trasforma in un’unica immagine tridimensionale.
Al momento della proiezione lo spettatore, dotato di occhiali polarizzati, vede immagini alternate con l’occhio destro e sinistro in rapida successione, in tal modo le figure piatte dello schermo sono trasformate in immagini dotate di profondità (tridimensionali) con straordinari effetti di galleggiamento nell’aria”. L’iniziativa si rivolge principalmente alle scuole, che associano la visita agli scavi con la visita all’ archeocentro. In effetti, il turismo di Pompei è unicamente orientato ai grandi gruppi turistici, e il centro è una delle poche proposte che l’area ha a disposizione per prolungare, anche se di poche ore, il turismo “mordi e fuggi”; di certo ben poca cosa rispetto alla carenza di ricettività e servizi offerti.
Diversa ma ugualmente suggestiva, l’idea del museo reattivo proposto dal Gruppo Meta di Lucca e di Etruria Innovazione presentato alla “Minerva european conference — Qualità del web per la cultura”, per la quale gli autori del progetto immaginano luci che automaticamente si accendono se non ci siamo accorti, per distrazione, di soffermarci su un grande capolavoro esposto in sala; o sensori, capaci di carpire l’interesse o meno per un’opera e che avviano, nel caso, filmati e didascalie di approfondimento, o al contrario ci avvisano se ci siamo avvicinati oltre i limiti di sicurezza ad un quadro e così via.
Insomma segnali guida, suggerimenti attraverso sensori, telecamere, videoproiettori e quindi filmati, suoni, rumori, percorsi e scene tarati sull’interesse del visitatore.
Fonte: Denaro.it 04/08/2005
Autore: Antonella Bruno