L’uomo di Neanderthal non riuscì sostenere la competizione per il territorio e le risorse con una popolazione di H. sapiens dieci volte più numerosa.
Dopo ben 300.000 anni di dominazione nel continente europeo, l’uomo di Neanderthal improvvisamente scomparve lasciando il posto all‘Homo sapiens che proveniva dall’Africa.
Ora un gruppo di ricercatori dell’ Università di Cambridge ha scoperto che la causa di questo processo è da rintracciare in una vera e propria invasione da parte dell’uomo moderno, la cui popolazione era numericamente dieci volte superiore a quella dei neandertaliani, come illustrato in un articolo sulla rivista Science.
Questa, che si candida a essere la soluzione più plausibile per un mistero che ha impegnato gli antropologi per lunghi anni, è frutto di una dettagliata analisi statistica sulle prove archeologiche della “classica” regione di Perigord, nella Francia sud-occidentale, che ospita la più grande concentrazione di siti neandertaliani e di Homo sapiens in Europa.
Dai dati raccolti è emerso che le prime popolazioni di H. sapiens a penetrare nella regione erano numericamente 10 volte superiori alle popolazioni locali di neandertaliani. Tale preponderanza si riflette nel netto incremento nel numero di siti occupati, in una molto più elevata densità di residui in ciascun sito (per esempio strumenti litici e resti di cibo), più ampie aree occupate nei siti, tutti fattori, questi, che fanno ipotizzare l’esistenza di ampi gruppi socialmente integrati.
Di fronte al notevole incremento nella popolazione di esseri umani moderni immigrati, la capacità dei gruppi neandertaliani locali di competere per le stesse aree geografiche per lo stanziamento e per la caccia (principalmente di renne, cavalli, bisonti e cervi) nonché per la raccolta di legna sarebbe stata fortemente minata.
Oltre a ciò, si verificarono inevitabili e ripetuti conflitti tra i due gruppi per l’occupazione dei siti più attraenti e ricchi di risorse, in cui la preponderanza numerica dei nuovi venuti consentiva azioni più coordinate ed efficaci e assicurava il successo sui gruppi di neandertaliani.
“In ogni occasione emerge la gamma di innovazioni tecnologiche e comportamentali che permisero alle popolazioni umane di invadere e sopravvivere in popolazioni più numerose di quelle dei precedenti neandertaliani in tutto il continente europeo”, ha spiegato Paul Mellars, professore emerito di evoluzione preistorica e umana presso il Dipartimento di archeologia dell’Università di Cambridge.
Dopo ben 300.000 anni di dominazione nel continente europeo, l’uomo di Neanderthal improvvisamente scomparve lasciando il posto all‘Homo sapiens che proveniva dall’Africa.
Ora un gruppo di ricercatori dell’ Università di Cambridge ha scoperto che la causa di questo processo è da rintracciare in una vera e propria invasione da parte dell’uomo moderno, la cui popolazione era numericamente dieci volte superiore a quella dei neandertaliani, come illustrato in un articolo sulla rivista Science.
Questa, che si candida a essere la soluzione più plausibile per un mistero che ha impegnato gli antropologi per lunghi anni, è frutto di una dettagliata analisi statistica sulle prove archeologiche della “classica” regione di Perigord, nella Francia sud-occidentale, che ospita la più grande concentrazione di siti neandertaliani e di Homo sapiens in Europa.
Dai dati raccolti è emerso che le prime popolazioni di H. sapiens a penetrare nella regione erano numericamente 10 volte superiori alle popolazioni locali di neandertaliani. Tale preponderanza si riflette nel netto incremento nel numero di siti occupati, in una molto più elevata densità di residui in ciascun sito (per esempio strumenti litici e resti di cibo), più ampie aree occupate nei siti, tutti fattori, questi, che fanno ipotizzare l’esistenza di ampi gruppi socialmente integrati.
Di fronte al notevole incremento nella popolazione di esseri umani moderni immigrati, la capacità dei gruppi neandertaliani locali di competere per le stesse aree geografiche per lo stanziamento e per la caccia (principalmente di renne, cavalli, bisonti e cervi) nonché per la raccolta di legna sarebbe stata fortemente minata.
Oltre a ciò, si verificarono inevitabili e ripetuti conflitti tra i due gruppi per l’occupazione dei siti più attraenti e ricchi di risorse, in cui la preponderanza numerica dei nuovi venuti consentiva azioni più coordinate ed efficaci e assicurava il successo sui gruppi di neandertaliani.
“In ogni occasione emerge la gamma di innovazioni tecnologiche e comportamentali che permisero alle popolazioni umane di invadere e sopravvivere in popolazioni più numerose di quelle dei precedenti neandertaliani in tutto il continente europeo”, ha spiegato Paul Mellars, professore emerito di evoluzione preistorica e umana presso il Dipartimento di archeologia dell’Università di Cambridge.
“Di fronte a questo tipo di competizione, i neandertaliani sembrano essersi ritirati inizialmente in regioni più marginali e meno attraenti del continente e infine, nell’arco di poche migliaia di anni, la loro popolazione cominciò a diminuire fino all’estinzione, forse accelerata dall’improvviso deterioramento delle condizioni climatiche verificatosi circa 40.000 anni fa”.
Fonte: Le Scienze.it, 29 luglio 2011.