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CAMBOGIA. Tempio di Ta Prohm. Finalmente torso, testa e mano sinistra insieme.

Il 19 marzo 2025, gli archeologi erano intenti a fare ricerche nel complesso di Ankor, un tempo capitale dell’Impero dei Khmer, territorio avente la superficie di circa 40 chilometri quadrati, che raggiunse il massimo della sua grandezza, del suo splendore e del suo potere fra il IX e il XV secolo.
Il sito deve la sua realizzazione, avvenuta nel XII secolo, a Jayavarman III, devoto buddista, che mise in cantiere un vasto programma che riguardava la costruzione di case di riposo, templi e ospedali, e soprattutto egli si impegnò alla realizzazione del Tempio di Ta Prohm, dedicato alla madre, caratterizzato da tutto un susseguirsi di volti sereni e sorridenti, con facce larghe, labbra carnose e occhi a mandorla, e di sculture aggrovigliate; quel tempio che oggi, purtroppo, è abbastanza mal ridotto, con tronchi di legno e radici che si fanno strada fra gli interstizi delle pietre e con la speranza, perché no?, che un giorno sia rimesso in sesto.
Ankor è una zona straordinariamente ricca di edifici (sicuramente più di 1.000) che rappresentano il massimo delle strutture architettoniche attribuite ai tecnici ed alle maestranze dell’impero dei Khmer.
Durante gli scavi, fu reperito il torso di una statua, raffigurante Buddha, ancora ben conservata, ad una distanza di una cinquantina di metri verso nord est da dove, nel 1927, fu trovata una testa ed una mano destra che si dimostrarono compatibili con il torso stesso. Così, a un centinaio di anni di distanza temporale, le tre parti del corpo possono essere riunite a formare quel tutt’uno che ci proviene dal passato, stimato coincidente con il XIII secolo. Quella testa fu conservata, con o senza la speranza di trovarne il possessore, nel Museo Nazionale della Cambogia.
Del resto il ritrovamento lasciò senza parole gli archeologi, che in quel momento non avevano pensato di aver rinvenuto un reperto che si dimostrò tanto prezioso; questo stato d’animo fu dimostrato da uno dei ricercatori, Nath Simon, che ebbe a commentare quanto la vista del torso si dimostrò una piacevole sorpresa, appunto; questo è quanto, fra l’altro, egli ha detto all’inviato Sopheng Cheang dell’Associated Press. Simon era un archeologo della APSARA National Authority (ANA), che aveva affrontati gli scavi con la collaborazione della Archaeological Survey of India.
Il torso, la mano e la testa, logicamente, sono nello stesso stile, individuato in quello di Bayon, fiorito nel periodo ricordato, contenente concetti buddisti e componenti delle tradizioni artistiche di Khmer, relativi a quando il buddismo, per volere di Jayavarman III, abbandonato l’induismo, divenne la religione ufficiale di Stato dell’impero Khmer.
La statua, senza testa, mano destra e piedi, misura 116 centimetri di altezza e 56 di spalle, Il corpo indossa gioielli, una tunica ed un velo e la mano sinistra è tenuta sul petto. Secondo l’ANA, tale atteggiamento è al di fuori del comune nell’arte khmer. A proposito dei piedi, gli archeologi dicono di aver trovati frammenti nelle vicinanze del torso. Ergo, alla fine tutta la figura è stata ritrovata con l’esclusione della mano destra: questo è quanto è stato riferito da Niem Cheng del Phnom Penh Post.
Chissà se un giorno, continuando le ricerche e gli scavi, non succeda di reperire, magari solamente in frammenti, anche l’ultima parte della statua mancante, cioè la mano destra: il caso del ritrovamento del torso ha dimostrato come tale eventualità sia possibile.
E con l’aiuto della tecnologia moderna si è riusciti virtualmente a ricostruire tutto quanto mancava e si sta facendo ogni sforzo per mettere insieme le parti del Buddha e, alla fine, per poter esporre all’ammirazione del pubblico di visitatori il risultato conseguito con tanta passione nel Museo Nazionale
Quest’ultimo reperto sta a dimostrare l’interesse e la passione con cui i Cambogiani si dedicano alla ricerca del loro passato per conoscerlo, interpretarlo e, alla fine, per mettere al sicuro tutto quanto di culturale ne costituisce l’eredità.

Autore: Mario Zaniboni – zamar.22blu@libero.it

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