Sul sito archeologico di epoca romana di Bedriacum, nei pressi di Calvatone (Cremona), gli archeologi dell’Università degli Studi di Milano dell’équipe di ricerca guidata dalla professoressa Maria Teresa Grassi, del Dipartimento di Beni culturali e ambientali, hanno scoperto, nell’ambito della campagna di scavi svoltasi nel maggio scorso, un ripostiglio di monete databili all’età di Gallieno, imperatore tra il 253 e il 268 d.C. Le circa 140 monete che compongono il “tesoro” erano state nascoste sul fondo di un vaso in ceramica, e mai più recuperate dal suo proprietario, in un momento di gravissima crisi, politica e militare, dell’Impero Romano.
Il tesoro, dall’alto valore storico e archeologico, consiste, in particolare, in un gruzzolo di “antoniniani”, moneta introdotta dall’imperatore Caracalla, all’inizio del III sec. d.C., del valore di un doppio denario, ufficialmente moneta d’argento, ma spesso soltanto rivestita del metallo prezioso. Le monete sono attualmente in corso di restauro, a cura dell’Università degli Studi di Milano, presso un laboratorio specializzato, secondo le indicazioni della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova.
Non meno significative le informazioni che gli archeologi della Statale sono riusciti a recuperare riguardo al luogo del ritrovamento. Le monete, infatti, sono state rinvenute in un quartiere residenziale di Bedriacum, mai indagato prima d’ora, in cui sono state scoperte le tracce di alcuni edifici in forte stato di degrado.
Secondo gli archeologi, la posizione in cui è stato trovato il ripostiglio – al cui interno si trovava il “tesoro” – indica chiaramente che, all’epoca del suo seppellimento, alla metà del III sec. d.C., questo settore dell’antico vicus romano era già caduto in rovina, era stato abbandonato e aveva già subìto consistenti spoliazioni.
Un dato storico assolutamente nuovo – sottolineano gli archeologi – dal momento che finora si era ipotizzato che la crisi dell’abitato romano e il suo abbandono fossero avvenuti soltanto nel IV-V sec. d.C.
Altri ripostigli furono trovati a Calvatone, nel 1911 e nel 1942, databili tra II e I sec. a.C., ma andarono quasi completamente dispersi. Non si sa con precisione da dove provengano né da quante monete erano composti. Sono quindi muti per la storia di Bedriacum, al contrario del ripostiglio Calvatone 2018, che ne ha svelato un aspetto finora totalmente sconosciuto.
La campagna di scavi 2018 della Statale è realizzata grazie ai finanziamenti, oltre che della stessa Università, del Comune di Calvatone e di Regione Lombardia. Sul sito archeologico di Bedriacum, conosciuto per le battaglie combattute nel 69 d.C. per la conquista del potere imperiale in seguito alla morte di Nerone, l’Università degli Studi di Milano opera nel sito archeologico dal 1986.
Fonte:
Università Statale di Milano
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