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CAGLIARI. La necropoli salvata dal cemento; accolto il ricorso, restano i vincoli.

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Sulla necropoli cagliaritana di Tuvixeddu, con le tombe risalenti all’età punica, non calerà il cemento.
Il Consiglio di Stato ha emesso una sentenza che dovrebbe chiudere una delle vicende più tormentate nella storia recente della tutela in Italia, fissando una serie di principi che potrebbero valere in altre circostanze.
La sesta sezione (presidente Giuseppe Severini) ha accolto il ricorso della Regione Sardegna e di Italia Nostra e ha confermato i vincoli che l’allora governatore Renato Soru impose su cinquanta ettari punteggiati da migliaia di sepolture scavate dal VI secolo a. C., quando l’isola fu conquistata dai cartaginesi. È stata così annullata la sentenza del Tar che tre anni fa aveva confermato 1 un accordo fra il Comune e il gruppo Coimpresa per edificare nell’area fra Tuvixeddu e il colle di Tuvumannu 260 mila metri cubi di edifici: un quartiere di lusso con vista su un paesaggio pregiatissimo.
I giudici hanno sposato integralmente le tesi sostenute da Soru e dal direttore regionale dei beni culturali Elio Garzillo, in pensione da un anno. Hanno dato rilievo al fatto che dopo l’accordo fra il Comune e i costruttori erano state rinvenute altre tombe e che dunque era necessario estendere l’area sottoposta a vincolo. Secondo  i giudici vanno sottoposti a tutela i beni archeologici, ma anche il contesto paesaggistico in cui questi sono inseriti: “Cura dell’interesse pubblico paesaggistico”, si legge nella sentenza, “concerne la forma circostante, non le strette cose infisse o rinvenibili nel terreno con futuri scavi”.
Ma c’è un altro punto di interesse generale nella sentenza.
È il passaggio nel quale si sostiene che se il paesaggio è già gravemente manipolato, non è una buona ragione per scempiarlo ulteriormente. Questo argomento viene spesso sventolato da chi propone di costruire in zone di pregio, ma occupate da altri edifici o da stabilimenti industriali. Al contrario, scrivono i giudici, se un paesaggio ha perso la propria integrità questo è un motivo in più per attivare forme maggiormente rigorose di tutela.
L’area di Tuvixeddu è nel cuore di Cagliari, è un colle che sorge di fronte allo stagno di Santa Gilla. Da anni è sottoposta a molte forme di violenza e di degrado. Tante tombe sono ridotte a discarica e il luogo in cui c’è il maggior numero di sepolture è invisibile dalla strada, oscurato da una cortina di edifici alti sei piani.
Per la tutela della necropoli si battono da anni personalità della cultura e della politica. Lunghi servizi sono comparsi sul Times e sulla Süddeutsche Zeitung. Ora la sentenza del Consiglio di Stato mette una parola forse definitiva su questa travagliata storia.

Autore: Francesco Erbani

Fonte: La Repubblica.it, 05 marzo 2011.

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