Giovanni Lilliu, pur coi suoi 93 anni, quasi si metteva a ballare dalla felicità. La notizia gli è arrivata nella mattinata di ieri, gliel’ha comunicata l’assessore regionale Maria Antonietta Mongiu (Cultura): «Professore, la giunta ha votato il vincolo sul colle di Tuvixeddu».
Mezz’ora prima l’esecutivo guidato da Renato Soru aveva approvato, in via definitiva, lo stop a qualsiasi costruzione su tutto il colle di Cagliari dove si trova anche la necropoli punico-romana più grande del Mediterraneo.
«Sono veramente molto contento — afferma il decano degli archeologi sardi — ora mi auguro che persone preparate e oneste si muovano con unità di intenti nell’interesse di tutti». L’obiettivo è, al più presto, «il grande parco auspicato anche dalla Regione».
L’iter della decisione di ieri è cominciato a metà gennaio con una determinazione regionale che ha imposto il blocco di tutte le opere nell’area di Tuvixeddu-Tuvumannu, sulla base del codice Urbani, la legge nazionale che regola i beni culturali. In particolare il provvedimento era volto a fermare le lottizzazioni che avrebbero interessato via Is Maglias, nella parte alta di Tuvixeddu (a monte del grande sito archeologico) e che fanno parte dell’accordo di programma firmato nel 2000. Contestualmente il governo dell’isola aveva insediato la commissione al Paesaggio. Dopo alcune settimane di lavoro, per esigenze paesaggistiche e sulla base dell’articolo 137 del codice Urbani, tutto il colle è stato considerato area di «notevole interesse pubblico».
Tra le motivazioni il riferimento «alle caratteristiche storiche, culturali, naturali, morfologiche ed estetiche proprie degli immobili o delle aree che abbiano significato e valore identitario del territorio in cui ricadono o che siano percepite come tali dalle popolazioni».
Poi è iniziato l’iter burocratico: novanta giorni di pubblicazione sull’albo pretorio: per le osservazioni dei cittadini.
Dopo altri sessanta: per le controdeduzioni della Regione e così si è arrivati all’oggi, con la delibera di giunta che ufficializza il vincolo.
La storia recente di Tuvixeddu e della sua antica necropoli inizia quindici anni fa, dopo la cessazione del’escavazione.
Allora la Coimpresa presentò un primo progetto di recupero. Subito vi fu la reazione da parte degli ambientalisti e di parte del mondo scientifico (tra cui, in prima fila, Giovanni Lilliu) per chiedere l’eliminazione o la riduzione della pressione edificatoria.
Nel 1996 fu posto il vincolo archeologico da parte del ministero dei Beni culturali, nel 1997 vi fu la proposta regionale di tutela paesaggistica per tutto il colle e nel 2000 la firma dell’accordo di programma accennato (tra Coimpresa, Regione e Comune).
Nel maggio del 2006, infine, l’approvazione del piano paesaggistico regionale che recepisce la proposta di vincolo del 1997. E che ha dato l’avvio a tutti gli ultimi interventi della Regione.
La Coimpresa, però, ha contestato da subito il blocco dei lavori sulla base dell’accordo di programma ed è ricorsa al Tar, che si esprimerà in questo autunno.
Fonte: La Nuova Sardegna 23/08/2007
Autore: Roberto Paracchini
Cronologia: Protostoria