Nel corso di una abituale visita dell’Associazione Amici di Sardegna, che da tanti anni effettua ricerche e studi sull’Isola di Mal di Ventre, è stata rilevata recentemente la mancanza di uno dei due blocchi di granito meglio conosciuti come Roccia dei fidanzatini. Questo monumento naturale era posizionato nella parte occidentale della scogliera dell’Isola di Mal di Ventre dove da anni tanti visitatori e curiosi si recavano per scattare delle foto ricordo.
Sotto certi aspetti, da sempre, anche questa roccia unitamente allo scoglio del Carciofo e a quello del Cammello caratterizzavano l’isola.
Oggi questo monumento non c’è più e le cause possono essere varie.
Da una causa accidentale alla stupidità umana. Certo questo fatto, che forse non turberà il sonno del proprietario dell’Isola Sig. Miller, dovrebbe quantomeno imporre un sopralluogo delle autorità.
Ancora una volta viene segnalato che l’area che dovrebbe essere protetta, continua ad essere terra di nessuno anzi, meglio, di pochi amici che continuano a pensare all’isola come ad una sorte di “pertinenza condominiale” sulla quale recarvisi per pescare e fare uno spuntino. Peraltro, l’interno dell’isola è in stato di abbandono e degrado. Decine di conigli morti, carcasse di tartarughe e gabbiani sparsi qua e là, cartucce di fucile, plastica e lattine fanno da sottobosco al Lentischio ed alla Atriplice portulacoide mentre antiche e misteriose costruzioni attendono ancora di essere salvate dal saccheggio e dall’incuria.
Eppure Malu Entu è l’unica isola minore della Sardegna in cui sono presenti inequivocabili tracce di un villaggio nuragico e fors’anche di un monastero e già solo questo sarebbe un motivo sufficiente per effettuare da subito studi e ricerche sul campo, visto che insiste anche un preciso vincolo archeologico su di una parte dell’isola.
La triste storia dell’Isola di Mal di Ventre.
Una minuscola isoletta posta a circa 5 miglia nella costa centro occidentale della Sardegna.
Infatti Malu Entu (vento infido) vero nome dell’isola di Mal di Ventre, (chiamata così grazie ad una cattiva traduzione dei cartografi pisani), che un tempo non doveva essere poi così piccola, è stata abitata fin dall’era del neolitico. Nel versante centro orientale vi sono anche degli insediamenti nuragici e romani. Più a Sud doveva esserci perfino un piccolo monastero. Infatti affiorano dalla terra una serie di grossi blocchi di granito con profilo absidale che lasciano supporre la presenza di una struttura similare.
Per evidenziare l’importanza di questo sito si ricorda che in nessun altra isola minore della Sardegna vi è un Villaggio nuragico come a Mal di Ventre e che, nonostante la Soprintendenza abbia posto un vincolo su questa parte dell’isola (negli anni 80), mai nessuno scavo scientifico è stato effettuato, nonostante affiorino cocci ed embrici dappertutto.
Peraltro poco distante vi era una imponente domus romana, citata anche dal Lamarmora e dal Canonico Spano le cui colonne, presenti in parte fino a qualche anno fa, sono state saccheggiate da escursionisti domenicali e portate via dall’isola.
In questi anni è stato costantemente denunciato in modo circostanziato tutto questo, cercando di richiamare l’attenzione della opinione pubblica, senza però ottenere grandi risultati.
In verità questa isola è di proprietà privata, appartiene ad un ricco possidente inglese, certo Miller, che l’acquistò per 80 milioni da una famiglia nobile di Genova. Lui voleva fare un albergo e il Comune di Cabras si oppose.
Oggi tutta l’area è stata inserita nell’Area Marina Protetta del Sinis Mal di Ventre, la cui gestione è affidata al Comune di Cabras, ma di protezione se ne vede ben poca.
Per quanto si è avuto modo di scoprire, si pensa che questìisola debba essere riconosciuta patrimonio non di un piccolo Comune costiero che considera questa isola come una sorta di “pertinenza condominiale” ma vero e proprio patrimonio della Umanità.
L’isola di Mal di Ventre è un vero museo a cielo aperto ricco di endemismi, particolarità geologiche e di reperti archeologici.
A riprova di quanto si afferma si consideri che i fondali dell’isola cono costellati di relitti di natanti di varie epoche.
I media locali non danno grande risalto alle diverse iniziative e così tutto scivola verso l’indifferenza più totale.
Info: 3383187899 oppure 070/657716
Autore: Achille Tocco – Roberto Copparoni