Gli archeologi hanno trovato oltre 500 monete di epoche diverse e lingotti d’oro utilizzati per la realizzazione di gioielli. I reperti sono stati rinvenuti durante scavi, appena conclusi, effettuati nel centro storico della città, accanto alle mura romane.
La scoperta è avvenuta a Plovdiv in Bulgaria, in un’area di grande rilevanza storica. Il sito di scavo – condotto dal Museo archeologico regionale di Plovdiv – si trova nel centro urbano di “Filipopol – Trimontium – Plovdiv”, città riconosciuta come sito Unesco. I ritrovamenti sono avvenuti nei pressi della Porta Orientale di Trimontium, un antico accesso alla città romana.
Secondo Desislava Davidova, responsabile della ricerca archeologica, in epoca romana e nella prima antichità, il sito era probabilmente sede di locali commerciali e, in tempi ancora più remoti, di botteghe artigianali. Non ci sono tuttavia dati concreti sull’esistenza di edifici residenziali in quell’area.
Davidova ha spiegato in un’intervista a Radio Plovdiv che gli scavi hanno portato alla luce parti di due stanze collegate all’antica strada della Porta Orientale. Sono stati inoltre individuati strati culturali risalenti a periodi precedenti all’arrivo dei Romani nei Balcani e prima della formazione della provincia romana di Tracia.
Le monete rinvenute, per lo più in bronzo, testimoniano un’occupazione continua del territorio per oltre 2.500 anni. “Le monete sono attualmente in fase di restauro,” ha detto Davidova, “e non possiamo escludere che alcune di esse siano d’argento, poiché a volte le monete d’argento sviluppano una patina spessa che rende difficile la loro identificazione sul campo.”
Un altro importante ritrovamento è stato un lingotto d’oro, scoperto in una fossa secondaria scavata sul sito. Questo oggetto deve ancora essere sottoposto a un’analisi dettagliata a causa della complessità degli strati archeologici presenti. Secondo le prime ipotesi, il lingotto non era destinato alla produzione di monete, ma piuttosto alla creazione di gioielli o ornamenti.
Inoltre, gli archeologi hanno recuperato numerosi frammenti di ceramica appartenenti a diverse epoche. “Abbiamo trovato ceramiche databili alla fine del III – inizio del IV secolo,” ha detto Davidova. “Un’altra scoperta sorprendente è stata una lampada di ferro, un materiale che solitamente non si conserva bene nel tempo.”
Durante le operazioni di scavo, che hanno raggiunto una profondità di circa 6,5 metri, sono stati rinvenuti resti di strutture appartenenti a varie epoche storiche, per lo più databili tra il II e il VI secolo. “Abbiamo riscontrato numerose modifiche, riparazioni e adattamenti degli spazi nel corso dei secoli,” ha aggiunto Davidova. “In epoche successive, sono state rinvenute anche due sepolture, dimostrando come l’area sia stata riutilizzata in funzione degli eventi storici che hanno segnato la città, inclusi numerosi attacchi.”
Un altro reperto degno di nota è un’iscrizione scoperta all’inizio degli scavi, che si presume provenga da un piedistallo di statua risalente all’epoca dell’imperatore Settimio Severo.
La ricerca sul sito è stata particolarmente impegnativa a causa della stabilità precaria del terrapieno moderno, che ha richiesto agli archeologi di lavorare con estrema cautela per non compromettere le strutture delle case vicine. Nonostante le difficoltà, l’attività di scavo si è conclusa con successo in 25 giorni, arricchendo ulteriormente la comprensione della complessa e millenaria storia di Plovdiv.
Plovdiv è una delle città più antiche d’Europa, con una storia che risale al VI millennio a.C., quando era abitata dalle tribù tracie. Nel IV secolo a.C., la città cambiò nome in Filippopoli in onore di Filippo II di Macedonia, padre di Alessandro Magno, che la conquistò nel 342 a.C. La versione tracia del nome, Pulpudeva, è probabilmente all’origine del nome attuale, Plovdiv, che apparve per la prima volta nei documenti dell’XI secolo.
Nel 46 a.C., Filippopoli fu conquistata dai romani e ribattezzata Trimontium, “città delle tre colline”. Numerosi reperti testimoniano la presenza romana, tra cui il teatro, uno dei meglio conservati al mondo. Costruito durante il regno di Traiano (98-117 d.C.), il teatro poteva contenere fino a 7.000 spettatori e oggi è ancora utilizzato per eventi culturali.
Altri monumenti romani includono l’Odeon, costruito sotto l’imperatore Vespasiano, e lo Stadio Romano, la più grande struttura pubblica romana nei Balcani, capace di ospitare 30.000 spettatori. Inoltre, la Casa di Eirene, nota per i suoi splendidi mosaici, è una delle abitazioni romane meglio conservate nei Balcani.
Dopo la caduta dell’Impero Romano, Filippopoli passò sotto vari domini, tra cui l’Impero Bulgaro, Bizantino, il Sacro Romano Impero e l’Impero Ottomano, fino a prendere definitivamente il nome di Plovdiv dopo la Prima Guerra Mondiale. La città è stata Capitale Europea della Cultura nel 2019.
Autore: Maurizio Bernardelli Curuz
Fonte: www.stilearte.it 17 ago 2024