I fossili ritrovati in una grotta in Bulgaria retrodatano di circa duemila anni l’arrivo di Homo sapiens in Eurasia. La scoperta estende il periodo in cui gli esseri umani moderni hanno occupato le stesse regioni geografiche dei neanderthaliani, entrando in contatto con loro e influenzandone i comportamenti.
Circa 45.000 anni fa, è avvenuta una transizione cruciale per la storia degli esseri umani, poiché ha segnato il passaggio dal Paleolitico medio al Paleolitico superiore: gli esseri umani moderni usciti dall’Africa hanno soppiantato l’uomo di Neanderthal nel continente euroasiatico.
Ma la scoperta e la datazione dei primi resti umani moderni e dei relativi manufatti di una grotta nel sud est dell’Europa, illustrate in due diversi studi, documentano ora che l’uomo moderno si è espanso alle medie latitudini dell’Eurasia prima di quella fatidica data, ha occupato le stesse zone dei Neanderthaliani e ne ha quindi influenzato il comportamento prima di sostituirli.
Nel primo articolo, apparso su “Nature”, Jean-Jacques Hublin e colleghi descrivono i resti di ominini e i manufatti scoperti nella grotta di Bacho Kiro, in Bulgaria. Si tratta di un dente attribuito a H. sapiens, insieme ad altri quattro reperti ossei identificati come umani sulla base del loro antico contenuto di proteine e DNA.
Nel secondo articolo, pubblicato su “Nature Ecology & Evolution” Helen Fewlass, del Max-Planck-Institut per l’Antropologia evoluzionistica a Leipzig, e colleghi di una collaborazione internazionale, tra cui Sahra Talamo dell’Università di Bologna, illustrano la datazione al radiocarbonio dei reperti, collocati cronologicamente tra 46.940 e 43.650 anni fa. L’analisi del DNA estratto da queste ossa fornisce date stimate tra 44.830 e 42.616 anni, a supporto della datazione al radiocarbonio.
I resti fossili rappresentano quindi il più antico esempio conosciuto di Homo sapiens del Paleolitico superiore. Questa conclusione retrodata di ben due millenni l’arrivo di esseri umani moderni sul continente euroasiatico e di conseguenza estende il suo periodo di convivenza con i neanderthaliani.
Un dato particolarmente significativo è che i manufatti ritrovati in Bulgaria, tra cui alcuni pendenti realizzati con denti di orso in osso, ricordano quelli attribuiti a neanderthaliani vissuti in Europa occidentale alcuni millenni più tardi.
“I manufatti in osso e avorio che abbiamo rinvenuto in Bulgaria sono sorprendentemente simili a quelli prodotti dai neanderthaliani nella fase precedente alla loro estinzione, venuti alla luce nella Grotte du Renne, in Francia”, ha spiegato Talamo.
La somiglianza va a sostegno dell’ipotesi secondo cui questi comportamenti neanderthaliani siano il risultato di incontri ravvicinati con i primi gruppi di Homo sapiens arrivati in Europa.
“Il sito della grotta di Bacho Kiro documenta una prima ondata di esseri umani moderni, che entrò in contatto con gli uomini di Neanderthal e portò in Europa nuovi comportamenti”, ha spiegato Jean-Jacques Hublin, direttore del Max-Planck-Institut di Leipzig e primo autore dell’articolo apparso su “Nature”. “Questa ondata è in gran parte anteriore a quella che 8000 anni dopo portò alla definitiva estinzione dei Neanderthal in Europa occidentale”.
Fonte: www.lescienze.it, 12 mag 2020