La Sardegna costituì insieme alla Corsica una delle province dell’Impero Romano.
Situata al centro del Mediterraneo l’Isola fra il III e il II secolo a.C. divenne uno degli obiettivi più importanti dell’espansione dell’Impero Romano, pressato e minacciato a sudovest dai cartaginesi che in Sardegna avevano messo radici e costruito intensi traffici commerciali. Fu così che nell’ambito delle guerre puniche si concretizzò la conquista romana della Sardegna.
Una conquista che per tutta la sua durata non fu mai completa. I popoli dell’entroterra, quella che poi verrà denominata Barbagia, non cedettero mai del tutto al potere di uno degli imperi mai costruiti dall’uomo. E’ forse per questo che i romani decisero di lasciare, soprattutto nelle zone di confine con l’indomita Barbagia – ampi segni del loro passaggio.
Tra questi segni, oltre a strade, città, case, terme e infrastrutture, il popolo latino costruì anche i propri luoghi di culto. I resti di uno di questi sono arrivati fino ai giorni nostri. Si tratta di un tempio dedicato al Dio più grande e potente della religione romana, Giove.
Ancora oggi, nel comune di Bidonì, nel territorio del Barigadu, è possibile visitare ciò che è ancora in piedi del tempio.
“Di recente scoperta e di notevole interesse il tempio di Giove, situato sulla sommità del colle di “Onnariu”, alla periferia del paese, su una collina della quale occupa il versante meridionale e la sommità – si legge sul sito del comune di Bidonì -. Unico nel suo genere in Sardegna, sia per le caratteristiche costruttive che per l’ambientazione e, ancora, per le dimensioni ragguardevoli. Il tempio è dedicato a Giove, come si ricava dalla iscrizione IOVIS incisa su uno dei lati brevi dell’altare di forma parallelepipeda. L’area archeologica è ancora oggetto di scavi e pertanto non fruibile ai visitatori”.
Fonte: www.vistanet.it 7 feb 2024