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Benedetto Di Mambro. Una nuova lettura delle mura poligonali di Sant’Elia Fiumerapido (Fr).

fiumerapido

Le mura poligonali, dette di Monte Cierro (m. 461), si trovano in territorio comunale di Sant’Elia Fiumerapido a circa 4 chilometri a nord-ovest del paese, sulle propaggini di Monte Cifalco (m. 947).
Si stagliano possenti e massicce sui colli alla sinistra del Santuario di Casalucense sviluppandosi per circa 120 metri di perimetro oblungo seguendo le curve dell’altura di Costalunga (m. 348) prospicienti la vallata della frazione Olivella e del Rio Secco. Dovrebbe trattarsi di un’antica fortificazione sannita, di I° e II° maniera, a guardia del valico e con funzioni di avvistamento e di controllo della valle del fiume Rapido.
Stiamo parlando del IV – III sec. a.C., con molta probabilità in epoca della 3° guerra sannitica. Gli enormi massi che compongono le muraglie son ben sovrapposti e ben accostati l’uno all’altro senza la benchè minima ombra di un qualche legante cementizio di sorta.
Il percorso sud-est delle mura è in parte rovinato ma i massi che le componevano sono ancora lì attorno. Sul lato ovest la muraglia è ancora completamente intatta. Un altro tratto, sul versante est del colle, è ben conservato ed ha un’altezza di circa cinque metri. Sotto il ciglio dell’attuale rotabile per Pratolungo, un altro spezzone di mura di II° maniera, lungo circa dieci metri ed alto fino a cinque, lascia supporre che fosse collegato alla cinta est. Verrso sud, nascosti dalla fitta boscaglia, ulteriori tratti di muraglia proseguono obliquamente e per oltre quattrocento metri verso il basso fino a circa 200 metri retrostanti il Santuario di Casalucense (m. 198). Da qui volta ad angolo andando a risalire, attraverso difese rocciose naturali, verso quota 476 di altitudine di Campopiano di Valleluce.
Circa 350 metri a monte del Santuario si nota, infossato nell’argine sinistro del torrente Prepoie, un grande monolito a forma cilindrica e con al centro del piano calpestabile un ampio cerchio scolpito nella pietra. Un’ara pagana sannitica? Qualcosa, intanto, mi era sempre apparso non ancora ben definito.
Dopo anni di perlustrazioni del territorio sottostante Costalunga, sono giunto molto recentemente a mettere meglio a fuoco un percorso di mura che risale sulla parte opposta, al di là del Rio Secco, che da sempre attirava la mia curiosità. Alla fine é risultato essere il prosieguo delle mura di Costalunga che scendono fin giù alla gola del Monte Cifalco per poi risalire, per oltre 300 metri, sui costoni di Colle Casale.
Quella lunga catena muraria, sostenuta da un retrostante terrapieno, mi è parsa essere un vero e proprio limes sannita e cioè una precisa linea di confine a formare una ben munita fortificazione difensiva lineare a discendere ed a salire fra le colline a guardia del passo costeggiante il Rio. Ricostruendo, fra tratti murari ancora intatti e tratti crollati o distrutti, in zona Olivella, da insediamenti abitativi o da vie di comunicazione (via provinciale Sferracavalli, via regionale Forca d’Acero e sperstrada Sora-Cassino), le possenti mura dette di Costalunga o di Monte Cierro, non evidenziano un disegno perimetrale chiuso bensì appaiono essere una lunga muraglia a segmenti lineari in opera poligonale ed a conformazione aperta.
Una linea di difesa, dunque, di circa due chilometri di lunghezza totale, da ovest a nord-est e quindi a sud, rivolta verso la pianura di Cassinum ed a guardia ed a difesa del retrostante territorio dell’Atina potens di virgiliana memoria.
Seguendo e ristudiando le ipotesi dell’archeologo abruzzese Carmine Mancini e dello storico inglese Edgar T. Salmon, la supposta città sannita di Amiternum, distrutta dal Console romano Spurio Carvilio nel 293 a.C., nel corso della terza guerra sannitica, doveva essere lì adagiata fra Costalunga e Campopiano.

Autore: Benedetto Di Mambro – benedettodimambro62@gmail.com

 

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