”Dovevano proteggere il museo” – La vicedirettrice in lacrime: distrutti o rovinati 170mila pezzi.
Piange la vice direttrice del Museo nazionale dell’Iraq quando guarda la devastazione lasciata dai saccheggiatori che l’altro ieri hanno messo a ferro e fuoco la più prestigiosa collezione d’arte del paese. “Hanno rubato o danneggiato 170mila pezzi risalenti a migliaia di anni fa – racconta Nabhal Amin – valevano miliardi di dollari”.
Diverse persone sono entrate giovedì industurbate nell’edificio e hanno scorrazzato nelle sale dell’esposizione e negli uffici. Ceramiche e statue sono state rovesciate a terra e distrutte; qualcuno ha visto due uomini trascinare via un antico portale dell’edificio. Per la Amin non vi sono dubbi su chi ricada la colpa dello scempio. “Toccava agli americani proteggere il museo – dice – se solo avessero messo un carro armato o due soldati davanti all’ingresso, tutto questo non sarebbe successo: considero le truppe americane direttamente responsabili per ciò che è accaduto”.
L’Iraq ha uno dei patrimoni archeologici più ricchi del mondo e il museo ospitava una vastissima collezione di reperti provenienti dalle antiche Babilonia, Ur e Ninive.
L’Unesco ha sollecitato le autorità statunitense e britannica affinché proteggano i beni artistici iracheni. Il direttore generale del fondo dell’Onu, Koichiro Matsuura, ha inviato una lettera a Washington e Londra in cui sottolinea la necessità di assicurare una tutela militare ai musei di Baghdad, Mossul e Bassora. Per evitare che i beni rubati siano esportati illegalmente all’estero, il direttore dell’Unesco si è messo in contatto con i paesi confinanti con l’Iraq, con l’Interpol e l’Organizzazione internazionale delle dogane.
Anche il direttore del museo Hermitage di San Pietroburgo, Mikhail Piotrovski, ha invitato le forze anglo-americane a proteggere “gli straordinari tesori artistici dell’Iraq”. Il ministro della cultura russo Mikhail Shvydkoi ha espresso “indignazione” per le notizie sul saccheggio del museo archeologico ricordando di avere già in passato avvertito su tale rischio. Piotrovski ha ricordato che durante il regime di Saddam esisteva una legge severa sulla protezione dei beni artistici ed è necessario che le truppe anglo-americane ne garantiscano oggi il rispetto.
”Siamo molto preoccupati di quanto sta avvenendo in Iraq ma anche dei saccheggi di opere d’arte”, è l’amaro commento di Giorgio Gullini, docente di Padova, nonchè fondatore dell’Istituto italo-iracheno di archeologia e del Centro per il restauro. Lo studioso ha detto che “è difficile far scomparire o distruggere in poco tempo centinaia di migliaia di reperti”. Alcuni oggetti – nota – potrebbero essere stati asportati per rivenderli poi all’estero, come avvenuto dopo la prima Guerra del Golfo.
Fonte: Redazione
Autore: Redazione – Presstoday (La Provincia Pavese)
Cronologia: Preistoria