Scrigno marino ad alto rischio tombaroli
«L’area marina protetta del parco sommerso di Baia è tra le zone archeologiche marine più vulnerabili ai fenomeni dei trafugamenti da parte del tombaroli subacquei. Lo ha ribadito appena quattro mesi fa il capitano dei carabinieri Carmine Elefante del nucleo tutela patrimonio culturale dell’Arma a Napoli, dopo i controlli in mare perla tutela dell’immenso patrimonio archeologico sommerso. E le criticità di uno scrigno marino sempre più vulnerabile, come emerso dai controlli effettuati a settembre scorso, sono finite in un dossier inviato al ministero per i Beni culturali. Ma l’area sommersa di Baia da sempre deve difendersi anche dalla furia del mare in tempesta.
Quella spiaggia nasconde altri tesori
La Soprintendenza ai beni archeologici ha avviato una serie di indagini conoscitive per chiarire l’entità e la provenienza dei ritrovamenti affiorati alcuni giorni fa sulla battigia della piccola spiaggia di Baia a Punta Epitaffio, presumibilmente a seguito delle violente mareggiate degli ultimi giorni. In particolare, gli archeologi sono al lavoro per capire se quel blocco bianco di grandi dimensioni sia davvero di marmo e se provenga dalla vicina area del parco archeologico sommerso di Baia. Solo nei prossimi giorni si potrà avere un quadro preciso, anche se sarebbe stato chiarito un primo punto: il blocco affiorato sul bagnasciuga non sarebbe stato trasportato dalle correnti, bensì si tratterebbe di un reperto che da anni era sepolto sotto una spessa coltre di sabbia ora spazzata via dai marosi. Solo la prossima settimana avremo i risultati delle indagini che stanno compiendo i nostri archeologici nella zona – spiega l’archeologa Paola Miniero, direttrice del Museo archeologico dei Campi Flegrei – Dai primissimi riscontri, in ogni caso, si ipotizza che quel grosso reperto sarebbe emerso per colpa delle mareggiate, piuttosto che essere trasportato lì dalle correnti. In ogni caso le analisi continuano per chiarire ogni aspetto e fugare ogni dubbio su questo ritrovamento».
«La spiaggia sotto Punta Epitaffio e gli abissi di Baia potrebbero nascondere altri importanti reperti archeologici, sarebbe opportuno che la Soprintendenza e il ministero per i Beni culturali decidessero di finanziare nuove campagne di scavo. Anche perché all’appello mancano tre statue che alcuni studiosi localizzano nell’antico Ninfeo».
Fonte: Il Mattino, 06 e 07/02/2012