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BACOLI (Na). La “Piscina Mirabilis” non teme confronti con la Cisterna Basilica di Istanbul!

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Tesori archeologici del “Belpaese”, per dirla con una classica espressione poetica, che non temono confronti.
Tra le innumerevoli testimonianze in merito, il paragone più frequente, nel caso di specie per la “Piscina Mirabilis”, tra i gioielli del variegato quanto inestimabile, patrimonio storico-culturale di Bacoli (Napoli), e quindi dei Campi Flegrei, è la Cisterna Basilica di Istanbul (Yerebatan Sarnici), in Turchia, celebre per le sue 336 colonne e le teste di Medusa scolpite.
bacoliAlta ben 25 metri, la Piscina Mirabilis è considerata una delle più spettacolari cisterne romane mai costruite, e che, comparata con la seconda, la surclassa per dimensioni e ingegno architettonico, oltre a trovarsi molto più vicina a noi. Non tutti forse ne conoscono l’esistenza, eppure si tratta di uno “scrigno della memoria”, del patrimonio archeologico italiano, attestazione della straordinaria abilità dei Romani nel realizzare opere idrauliche ancora oggi sorprendenti: risale all’epoca augustea e fu costruita per alimentare d’acqua la poderosa flotta imperiale di stanza a Miseno.
La zona dei Campi Flegrei, di cui Bacoli fa parte, era strategicamente importante, posto che oltre alla presenza della flotta imperiale in loco (=Classis Misenensis), l’area vantava una rete di collegamenti marittimi e terrestri, che consentivano a Roma di controllare il Mediterraneo occidentale. L’acqua arrivava a Bacoli, attraverso l’acquedotto che partiva dalle sorgenti di Serino (in provincia di Avellino) e, dopo un lungo percorso, terminava appunto nella Piscina Mirabilis, per poi venir distribuita alle navi ed alla popolazione del posto.
La grandiosità di quest’opera è sottolineata dai suoi numeri: lunga circa 70 metri, larga 25 e alta fino a 15 metri nelle sue volte, la cisterna è un vero e proprio “tempio dell’acqua”. È suddivisa in navate, sostenute da 48 pilastri cruciformi, che creano un suggestivo gioco di luci ed ombre, soprattutto quando i raggi del sole penetrano dai pochi spiragli presenti sulla volta.
Chi la visita, rimane incantato dalla maestosità del suo interno e, a prima vista, sembra di trovarsi in una cattedrale sotterranea, resa ancor “più mistica dal silenzio e dall’umidità”.
La tipologia architettonica, con volte a botte e pilastri, non è solo esteticamente impressionante, ma anche funzionale, atteso che i pilastri distribuiscono in modo uniforme la pressione ed il peso delle volte, consentendo così al mirabile sito di contenere una enorme quantità d’acqua, senza subire cedimenti.

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               Cisterna Basilica di Istambul

In passato, la struttura era completamente colma d’acqua che, solo attraverso condotte e cunicoli, veniva dispensata all’esterno. Oggi è vuota e visitabile, ma l’idea che un tempo fosse uno dei principali serbatoi idrici della flotta romana, aggiunge fascino al suo mistero.
Bacoli si trova a circa 25 chilometri dal centro di Napoli, e una volta giuntivi, la Piscina Mirabilis è segnalata e facilmente raggiungibile a piedi dal centro storico, incastonata tra abitazioni e strade tranquille, a riprova di come il passato millenario conviva con la vita quotidiana.
Riguardo alle visite all’imponente edificio, si legge: esclusive per gruppi privati e scolaresche, sarebbe buona norma verificare con anticipo le modalità di prenotazione, attraverso i siti web istituzionali o contattando gli uffici turistici di Bacoli.
Intanto, va rilevato che l’Italia può vantare altri esempi di ingegneria idraulica romana, altrettanto stupefacenti, tra cui il “Cisternone di Formia”, che è uno dei più interessanti: situato nel centro storico della città laziale, rappresenta un altro maestoso serbatoio sotterraneo costruito in epoca romana. Anche qui, come a Bacoli, si percepisce l’elevato livello di competenza che i romani possedevano nella costruzione di acquedotti, cisterne ed altre infrastrutture idriche. I pilastri, le volte ed i percorsi di convogliamento dell’acqua, sono esempi “sul campo” di una ingegneria sorprendentemente avanzata, in grado di sfidare il trascorrere “usurante” dei secoli. Da non dimenticare, poi, la “Cisterna Romana” di Fermo nelle Marche, un labirinto sotterraneo di vasche e vani comunicanti, che consentiva alla città di disporre di una riserva idrica di rilievo.
Questi luoghi condividono la stessa origine e la stessa funzione essenziale: accumulare e distribuire l’acqua, bene primario per la vita dell’uomo e per la sopravvivenza di un Impero che si estendeva su tre continenti.

Autore: Gennaro D’Orio – doriogennaro@libero.it

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