Una scena di caccia ma anche una spirale, unico ritrovamento di questo tipo sull’arco alpino. Sono queste le testimonianze lasciate dagli uomini della preistoria a Croveo di Baceno, a pochi chilometri di distanza dalla «Balma dei cervi» di Crodo che è considerata uno degli esempi più interessanti di pittura rupestre alpina.
Si datano in un periodo che va dal Neolitico medio fino alla prima età del Rame, cioè dal IV al III millennio a.C. La «Balma del Capretto» di Croveo è stata scoperta nel 2013, ma solo da un paio di anni gli archeologi la stanno studiando ed oggi si conoscono i risultati.
«In alto è presente la stilizzazione di una scena di caccia con un cane domestico che attacca un animale che potrebbe essere un capride – spiega l’archeologo Andrea Arcà che si è occupato dello studio insieme al collega Angelo Eugenio Fossati, coordinati dal funzionario della Soprintendenza Francesco Rubatta Borel -.
In basso c’è invece una rarità: la figura a spirale che lascia aperto il campo delle interpretazioni sul significato. Di solito figure del genere sono incise, ma questa è dipinta ed è l’unica dell’arco alpino. Poi c’è un elemento che rappresenta linee incrociate, potrebbero essere asce di pietra lavorata o un elemento tessile».
La «Balma del Capretto» è stata scoperta dalle guide escursionistiche Sonia Vella e Filippo Pirazzi e segnalata alla Soprintendenza dalla direttrice del museo archeologico di Mergozzo Elena Poletti.
Organizzare visite è però impensabile: «Le pitture sono una rarità, devono essere preservate il più a lungo possibile» mette in guardia l’archeologo Arcà. Ed è così che viene in aiuto la tecnologia: un museo virtuale è disponibile sul sito www.balmadeicervi.it. Si stacca un biglietto gratuito per fare un viaggio alla scoperta delle prime tracce dell’uomo che su queste pareti sono dipinte di rosso.
«Sono esempi davvero preziosi – conclude l’esperto -. Le Alpi potrebbero essere ricche di queste testimonianze, ma non è facile trovarle».
Autore: Cinzia Attinà
Fonte: www.lastampa.it, 9 nov 2020