Potrebbero risalite all’era preistorica i resti ossei umani rinvenuti nella ‘Grotta Bella’ di Avigliano Umbro nei pressi del borgo di Santa Restituta. Sede di importanti frequentazioni umane nel corso degli ultimi seimila anni, i resti indicano un possibile uso funebre della cavità.
La ripresa delle indagini speleo-archeologiche sono state possibili grazie ad un accordo di collaborazione fra il Centro di Ricerca ‘Enzo dei Medici’ e il Gruppo Speleologico Todi, sotto l’egida e con l’autorizzazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria.
Il progetto, che coniuga la ricerca archeologica alla promozione del territorio aviglianese, è stato reso possibile grazie al sostegno della Fondazione Carit e del Comune di Avigliano Umbro. Gli esiti preliminari delle indagini saranno presentati venerdì 24 gennaio scorso.
Le attività svolte in questa prima fase sono consistite nella rivisitazione completa del sistema sotterraneo, ancora in gran parte sconosciuto, con nuove esplorazioni e lavori documentari, fondamentali per porre le basi di un programma più ampio, che – in prospettiva – prevede anche il riesame complessivo delle testimonianze archeologiche derivate dalla cavità, oggi conservate in diverse sedi museali.
La grotta, già oggetto di scavi nei primi anni ’70 relativi ad una piccola area dell’antegrotta, presenta una sequenza stratigrafica che si estende dal neolitico all’età romana. Di particolare interesse, nel corso di quest’ultima fase di presenza antropica, l’uso cultuale del vasto ambiente iniziale, nel quale è stata scoperta una stipe votiva con centinaia di bronzetti rappresentanti figure umane e animali.
Autore: Lor.Pul.
Fonte: www.umbria24.it, 22 gen 2020