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AUSTRIA. Rinvenuti i resti di due neonati in un’antica tomba di 31.000 anni fa

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Secondo un nuovo studio, la sepoltura gemellare più antica mai rinvenuta potrebbe essere stata scoperta in Austria. La misteriosa tomba contiene i resti di due gemelli neonati e risale a 31.000 anni fa. Ciò significa che i gemelli avrebbero vissuto brevemente durante il Paleolitico superiore, conosciuto anche come l’antica età della pietra.
L’analisi di entrambi i gemelli ha mostrato che uno è morto subito dopo il parto e l’altro è vissuto per circa 50 giorni prima di essere sepolto accanto al fratello. Un terzo bambino è stato trovato sepolto nelle vicinanze e potrebbe essere un cugino dei gemelli. I due bambini furono sepolti in una tomba di forma ovale sulla riva del fiume Danubio. Questo è ora un sito archeologico chiamato Krems-Wachtberg.
Un pigmento rosso chiamato ocra è stato utilizzato per coprire i corpi dei gemelli e sono stati sepolti con 53 perle, alcune delle quali erano fatte di avorio di mammut. Queste perle probabilmente ornavano inizialmente una collana. Sono stati trovati anche un dente di volpe forato e tre molluschi perforati, originariamente dei ciondoli prima che il filo si decomponesse.
Una scapola di mammut è stata posta sopra i gemelli per proteggere i loro piccoli corpi. La vicina sepoltura infantile ha coinvolto anche l’ocra e una spilla d’avorio di mammut che si pensava fosse usata per legare insieme un indumento di pelle. Il nuovo studio ha confermato che i bambini erano in realtà gemelli e anche identici.
L’analisi genetica non ha rivelato il sesso dei gemelli, ma ha rivelato che il bambino vicino era un maschio. I denti dei gemelli sono stati usati per determinare l’età e hanno anche rivelato che erano allattati al seno. Le linee di stress sui denti del bambino vicino suggeriscono che sua madre potrebbe aver avuto un’infezione al seno che ha reso difficile l’alimentazione o che potrebbe anche essere morta al momento del parto.
Entrambe le sepolture implicano che tutti e tre i bambini fossero molto curati e la loro morte probabilmente è stata una grande perdita per l’antica comunità. Questa ricerca è stata pubblicata online sulla rivista Communications Biology.

Autore: Marco Inchingoli

Fonte: www.focustech.it, 16 nov 2020

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