Il 19 agosto del 14 d.C., dopo aver governato Roma per oltre quattro decenni, Augusto morì a Nola, vicino al Vesuvio. Il suo corpo venne cremato e posto nel grande mausoleo di famiglia, con i risultati raggiunti incisi su tavole di bronzo affisse a due pilastri all’ingresso. Non pago, il Senato lo divinizzò. Due millenni dopo, esplorate alcuni fatti illuminanti sull’uomo che, sebbene avesse dichiarato di aver restaurato la centenaria repubblica romana, la aveva invece trasformata in un impero.
1. Giulio Cesare era il suo prozio e padre adottivo
Nato il 23 settembre del 63 a.C., Augusto crebbe a Velletri, a circa 40 km da Roma. Suo padre era senatore (morì inaspettatamente quando lui aveva quattro anni), e sua madre era la nipote di Cesare. Da bambino, Augusto presumibilmente vide poco o niente il suo famoso prozio, che stava conquistando la Gallia. Alla fine, tuttavia, si guadagnò la fiducia di Cesare e cominciò a spendere più tempo con lui, anche durante una campagna militare in Spagna. Grazie al suo prozio, Augusto poté unirsi all’aristocrazia patrizia, solo uno degli onori conferitigli. Poi, dopo che un gruppo di senatori assassinò Cesare nel 44 a.C., Augusto venne a sapere delle volontà – recentemente riscritte – di Cesare, nelle quali era stato adottato postumo e gli era stata lasciata una generosa eredità.
2. Augusto non era il suo nome di nascita
In origine chiamato Gaio Ottavio, cambiò il suo nome in Gaio Giulio Cesare (Ottaviano) dopo essere stato adottato dal suo prozio. 17 anni dopo, il Senato gli conferì il nome di Augusto, che significa ‘consacrato dagli àuguri’, e quindi ‘venerabile’. Collezionò anche numerosi titoli nel corso della sua vita, come pontefice massimo (capo del collegio di sacerdoti), princeps (primo cittadino), imperatore (comandante in capo) ed divi filius (figlio di una divinità) – quest’ultimo preso in seguito alla deificazione di Cesare da parte del Senato. Curiosamente, Augusto non si riferì mai a se stesso in toni monarchici o dittatoriali, e visse in quartieri relativamente modesti. Dato l’enorme potere accumulato, gli storici si riferiscono a lui come il primo imperatore di Roma.
3. Sua sorella sposò il suo acerrimo rivale
In seguito alla morte di Cesare, il giovane Augusto raccolse un esercito ed entrò in guerra con Marco Antonio, l’ex vice di Cesare che come lui si considerava l’erede politico di Cesare. Dopo aver vinto la sua prima battaglia contro Antonio, Augusto marciò su Roma e venne eletto console, la carica più alta della repubblica romana. Poi fece parte del cosiddetto secondo triunvirato nel quale lui, Antonio e Marco Emilio Lepido decisero di dividere i territori di Roma tra loro. Come uno dei primi ordini, si unirono nello sconfiggere gli assassini di Cesare. Nel frattempo, al fine di solidificare l’alleanza, Antonio sposò la sorella di Augusto, e Augusto sposò la figliastra di Antonio. Nessun matrimonio durò tuttavia, ne durò alcun triumvirato. La rottura finale arrivò nel 32 a.C., quando Augusto usò una copia delle volontà di Antonio, illecitamente ottenuta, per scagliarsi contro di lui e la sua amante, la regina egizia Cleopatra. Nella guerra civile che seguì, Augusto bloccò le forze di Antonio al largo della costa orientale della Grecia. Sebbene Antonio e Cleopatra riuscirono a scappare in Egitto, la maggioranza dei loro soldati si arrese, e loro stessi finirono per suicidarsi mentre Augusto si avvicinava. Inoltre, Augusto ordinò che l’erede di Antonio venisse ucciso, insieme a un figlio che Cleopatra aveva avuto da Cesare.
4. Raddoppiò quasi la grandezza dell’impero
Dopo aver sconfitto i suoi rivali, Augusto consolidò il potere, migliorando le infrastrutture di Roma e abbellendo la città. Cercò anche di espandere i confini dell’impero, portando Egitto, Spagna del Nord, Alpi e gran parte dei Balcani sotto il controllo romano. Dei progressi furono fatti anche in Germania, fino a quando tre legioni vennero distrutte in un’imboscata nel 9 d.C., forzando i romani a ritirarsi a ovest del fiume Reno. Alla notizia della sconfitta, secondo uno storico romano, Augusto avrebbe ripetutamente sbattuto la testa contro un muro e urlato al generale in carica Varo di rendergli le sue legioni. Durante questa espansione, Augusto spese anni in Spagna, Italia, Grecia e Asia. Tuttavia non era un grande combattente, spesso si ammalava alla vigilia del combattimento e la strategia dipendeva molto dal suo amico d’infanzia Marco Vipsanio Agrippa.
5. Il mese di agosto deve il suo nome a lui
Con Roma in un’epoca di relativa pace e prosperità, il Senato votò nell’8 a.C. di rinominare il mese di Sextilis con Augustus. Durante quel mese, avrebbero scritto i senatori nel loro decreto, Augusto era diventato console per la prima volta e aveva avuto la vittoria finale su Antonio e Cleopatra. Sul calendario, seguiva luglio (in precedenza Quintilis) che era stato recentemente rinominato in onore di Giulio Cesare.
6. Mandò sua figlia in esilio
Essendo un sostenitore dei valori tradizionali, Augusto fece costruire e ristrutturare una miriade di templi durante il suo regno, incoraggiando matrimoni e nascite, e criminalizzando l’adulterio nonostante egli stesso sarebbe stato altamente infedele. Quando scoprì nel 2 a.C. che la sua unica figlia, Giulia, era stata con numerosi e influenti uomini, tra cui Iullo Antonio, figlio di Marco Antonio, la mandò in esilio sull’isola di Ventotene. Sebbene successivamente le concesse di trasferirsi in un luogo meno isolato, non la vide mai più. Allo stesso modo, Augusto mandò in esilio la sua nipote per un sospetto adulterio, sebbene in entrambi i casi gli storici ritengono che altri fattori potrebbero essere stati in gioco.
7. I suoi potenziali eredi continuarono misteriosamente a morire
Senza alcun figlio, Augusto spese molto tempo ed energie a cercare di crescere un successore. Concentrò le sue prime attenzioni sul suo nipote Marcello, il quale sposò Giulia di 25 a.C. Ma Marcello si ammalò e morì un paio d’anni più tardi all’età di 21 anni. Allora Augusto si rivolse ad Agrippa, suo amico e generale che, sebbene più vecchio di 25 anni rispetto a Giulia, fece tre figli e due figlie con lei. Augusto adottò e aiutò a crescere i due ragazzi più grandi, Gaio e Lucio, solo per vedere il primo morire a 23 anni dopo essere stato ferito in Armenia, e il secondo morto a 19 anni dopo aver contratto una malattia a Marsiglia. Il terzo figlio di Agrippa e Giulia, dall’altro lato, sarebbe stato troppo violento, e venne mandato in esilio. In seguito alla morte di Agrippa, Augusto forzò il suo figliastro Tiberio a divorziare dalla sua amata moglie e a sposare Giulia, ma i due ebbero solo un figlio morto nell’infanzia. Con le opzioni considerevolmente ridotte, Augusto alla fine si rivolse con riluttanza a Tiberio, che avrebbe comandato Roma dal 14 al 37 d.C. Le voci dissero che la madre di Tiberio (la terza e ultima moglie di Augusto) avesse ucciso gli altri potenziali eredi per fare cadere la scelta su Tiberio, ma nessuna prova concreta al riguardo è mai emersa.
8. I successivi cinque imperatori furono tutti suoi parenti
La reputazione di Augusto come portatore della stabilità a Roma era così forte che, fino al 68 d.C., gli imperatori appartenevano tutti alla sua famiglia, fino a quando Nerone si suicidò. Una successiva e breve guerra civile – ci furono quattro imperatori nel solo 69 d.C. – fu solo una piccola interruzione nei 200 anni di Pax Romana che Augusto aveva cominciato. L’impero stesso, nel frattempo, sarebbe sopravvissuto in una forma o nell’altra fino al XV secolo.
Fonte:
http://www.ilfattostorico.com, 5 set 2014