È iniziata la nuova campagna di scavo: affiorano monete e mura romane.
«Purtroppo il Ministero come fondi ci dà quasi zero risorse economiche e l’unica cosa che riusciamo a fare è avere rapporti positivi con le amministrazioni comunali locali per cercare di avere un aiuto. Senza l’aiuto dei comuni non possiamo fare nulla perché non abbiamo fondi e preferiamo lasciare tutto sotto terra. Qui ad Atripalda invece c’è un progetto di grande respiro che consente di allargare l’area degli scavi».
A parlare è la Soprintendente Francesca Casule intervenuta ieri ad Atripalda presso il parco archeologico dove si allarga l’area di scavo e dal sottosuolo riemergono nuovi setti murari e monete romane. Dopo due anni i lavori di ricerca di archivio e bibliografico, di ricognizioni archeologiche e geo-morfologiche del progetto “Abellinum, piano per la conoscenza, la tutela e la valorizzazione dell’antico centro irpino”, nato attraverso la sottoscrizione di una convenzione tra la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Salerno e Avellino-Mibac, il Comune di Atripalda e il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale/DiSPaC dell’Università degli Studi di Salerno, cominciano a dare le risposte tante auspicate.
Da lunedì scorso è iniziata, una nuova campagna di scavi archeologici che sta portando alla luce fasi dell’insediamento e organizzazione urbana dell’antica Abellinum.
«Qui c’è una fortissima sinergia tra Soprintendenza, Università e l’Amministrazione comunal che sta facendo degli sforzi lodevoli e che non ha mai fatto mancare alla Soprintendenza un aiuto concreto per le attività di manutenzione che non aveva la forza di sostenere. Il progetto c’è con uno studio approfondito e c’è anche una concessione di uno scavo mirato. Qui ci sono tutte le premesse per procedere in questa attività di ricerca» conclude la Casule.
Nuove evidenze che sono state illustrate ieri mattina presso il parco archeologico durante un incontro – conferenza stampa che ha visto la partecipazione del sindaco di Atripalda Giuseppe Spagnuolo, del consigliere delegato all’area archeologica Abellinum Salvatore Antonacci, dell’architetta Francesca Casule Soprintendente ABAP Salerno e Avellino, con il professore. Luca Cerchiai Direttore del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale (Unisa), della dottoressa Silvia Pacifico Funzionario archeologo Soprintendenza Abap Salerno e Avellino e del professore Alfonso Santoriello, docente di Archeologia dei Paesaggi presso l’Università di Salerno, e direttore degli scavi.
«Si amplia l’area degli scavi e quindi si arricchisce il tessuto archeologico perché dietro c’è un bellissimo progetto che coinvolge le istituzioni compenti» afferma in apertura il professore Luca Cerchiai «Un progetto scientifico molto rilevante e anche di formazione perché lo scavo lo stanno facendo i nostri studenti. Dietro lo scavo c’è stato uno studio e una strategia scientifica mirata già presentata in comune. Questa è la prima tappa di un percorso che ci auguriamo possa continuare perché Atripalda è uno scrigno prezioso che deve essere integrato nel suo territorio per valorizzare tutte le componenti del parco a partire, ma non esclusivamente da quella archeologica e l’ecosistema culturale sociale e storico di cui tuti devono poter usufruire».
Sedici i giovani impegnati nella nuova campagna di scavo. Sono dottori di ricerca, laureati, specializzandi e studenti universitari della magistrale di Salerno provenienti da tutta Italia che alloggeranno fino al 6 agosto nel convento dei francescani di San Pasquale.
«Stiamo procedendo nello scavo lungo un doppio binario – spiega il professore Alfonso Santoriello – cercando di riconnettere le ricerche pregresse e ritessere le trame dell’impianto urbano di Abellinum ed è quello che si vedrà tra breve. Il grande saggio che stiamo effettuando sono interventi grazie a dei risultati di indagini geognostiche. Un abitato di Abellinum, non facile fatto a terrazzamenti. L’ambizione del progetto e di una valorizzazione e fruizione sostenibile del parco archeologico. Da questo scavo emergono due setti murari che si legano, la traccia di un ambiente quadrangolare e qui mi fermo. Mentre a monte stiamo rimettendo a vista, ma occorrerà ancora un pò di tempo, per collegare il decumano già visibile con un nuovo tratto già individuato in passato. Il tutto per riconsegnare il parco, questo ecosistema culturale, alla comunità che sono i primi detentori di questi beni».
Emozionato il sindaco Giuseppe Spagnuolo: «oggi comincia la fase più decisiva e visibile che segue un lavoro di due anni preparatorio per capire dove poter andare a cercare e ampliare la parte più visibile. Un modello molto virtuoso con poche risorse ma molte idee che avremo un risultato davvero importante. Ringrazio i frati minori francescani che hanno dato la struttura per ospitare i ragazzi, risparmiando altre risorse.. Ci aspettiamo un risultato importante. Siamo già pronti a rinnovare questa convenzione che scade a febbraio del prossimo anno, per riconfermare questa sinergia in campo. L’altra fase sarà quella di elaborazione dei dati che si stanno a acquisendo nella guardiania. Il sogno è che il parco urbano diventi un’area di fruizione per la città che si riappropria della conoscenza costante e diretta della propria storia e anche un grosso punto di attrazione di visitatori ancora maggiori».
Infine il consigliere delegato al parco Salvatore Antonacci: «è il compimento di un lavoro iniziato tre anni fa e su cui abbiamo scommesso. E la scommessa è vincente visto che sono iniziati gli scavi con l’apporto dell’università. Ringrazio l’università, la Soprintendenza, l’Amministrazione comunale, i custodi e anche qualche privato che ci ha aiutato a rendere tutto questo possibile. Ringrazio anche padre Antonio Tremigliozzi che il responsabile del Convento e l’amico Tony Limongiello. E’ un giorno oggi di grande felicità. Quello che troviamo oggi lo lasciamo a futura memoria delle nuove generazioni».
Fonte:
Articolo di stampa tratto da ATRIPALDANEWS del 18 luglio 2021.
Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino