Il 26 settembre 1687 verso le sette di sera, Atene viene scossa da un botto immane: è saltato per aria il Partenone. Un colpo dei mortai della batteria tedesca del Conte di Königsmark, al servizio del comandante veneto Francesco Morosini, cade sul tetto del tempio.
Dalle memorie di Sobjewolsky:
“Il 22 settembre si cominciò a rinforzare le trincee presso le batterie. A comandare il reggimento fu allora il tenente colonnello Du Mont; il maggiore del reggimento del colonnello Kletter fu colpito a morte nell’apertura delle trincee. E poiché non c’era alcuna speranza di ottenere una breccia nel castello, si cominciò a porre delle mine sull’erta scarpata sassosa ai piedi del colle del castello. Questo lavoro si sarebbe però rivelato vano; ma mentre avveniva questo, arrivò una transfuga del castello che portava questa notizia, e cioè che il comandante della fortezza avrebbe fatto immagazzinare tutte le riserve di polvere assieme agli altri materiali di valore nel tempio, detto tempio di Minerva, e che entro si trovavano anche le persone più ragguardevoli, perché ritenevano che i cristiani non avrebbero voluto procurare alcun danno al tempio. Di conseguenza furono puntati sul tempio munerosi mortai, ma nessuna bomba avrebbe potuto danneggiarlo, in particolare perché il tetto del tempio, alquanto spiovente, era coperto di marmo ed era perciò molto protetto. Però un luogotenente lunenburghese si accanì con testardaggine nel lanciare bombe sul tempio, finché non ci riuscì e una cadde in esso e nel deposito di polvere dei Turchi; e allora la parte centrale del tempio saltò in aria e tutto ciò che era dentro fu coperto dalle pietre, con grande sgomento de’ Turchi”.
Nell’immagine, il bombardamento dell’Acropoli in un disegno del 1707.
Fonte: www.facebook.com, Odi profanum vulgus, 26 set 2022