La Cultura inesauribile, che non si ferma mai: vengono alla luce altre eccellenze del passato.
Importante quanto straordinaria scoperta nel piccolo comune di Atena Lucana (Salerno), che torna così al centro dell’attenzione archeologica, grazie al recente ritrovamento di due tombe di epoca tardo-romana, avvenuto durante i lavori di scavo per la realizzazione di un elettrodotto, col coordinamento e sotto la supervisione della funzionaria della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, Giovanna Baldo, la quale ha evidenziato l’importanza del sito, per comprendere meglio la presenza romana nella zona. La prima delle due sepolture, parzialmente rimaneggiata, caratterizzata da una copertura in tegole, si presentava in condizioni relativamente buone, con lo scheletro ancora in posizione e solo pochi oggetti di corredo funerario.
La seconda, invece, ha mostrato manomissioni, subite in epoche successive, risultando appunto danneggiata, con all’interno i resti ossei parzialmente dispersi e la struttura tombale ridotta a pochi frammenti, che è stato comunque possibile recuperare.
Gli studiosi ipotizzano che i tumuli di cui trattasi, facciano parte di un’area cimiteriale più ampia, ancora in gran parte da indagare, significando un insediamento umano ben strutturato in epoca romana. La scoperta, pertanto, aggiunge un nuovo tassello alla storia del territorio di Atena Lucana, confermandone l’importanza come crocevia di culture e popolazioni nei secoli passati.
Le indagini proseguiranno nei prossimi mesi, perché possano -si spera- far emergere ulteriori testimonianze del passato. Il ritrovamento è avvenuto nel corso delle attività di sorveglianza archeologica, condotte dal personale della società Archeoservizi, guidata da Antonio Mesisca, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza ABAP, di Salerno e Avellino, mentre lo scavo per la messa in opera dell’infrastruttura di trasporto elettrico, è stato eseguito dalla ditta Cargo.
Secondo il parere degli esperti, come già detto, è plausibile che le due sepolture appartengano ad un nucleo sepolcrale più ampio, rispetto al contesto indagato finora. Tale ipotesi sottolineerebbe lo stretto legame del sito con la frequentazione del territorio in epoca romana, aprendo ulteriori prospettive per la ricerca archeologica nel comprensorio del Vallo di Diano ed in tutta la Campania. La stretta collaborazione tra la Soprintendenza ed E-distribuzione, si è rivelata fondamentale per arricchire ulteriormente il patrimonio archeologico del Vallo di Diano, confermando il valore storico del territorio.
Intanto, sempre in tema di nuove testimonianze storiche, anche il Parco archeologico di Pompei non smette di stupire studiosi, esperti e visitatori.
Questa volta, non si tratta di resti di vittime dell’eruzione del 79 d.C., ma di un rilievo funebre di una coppia: uomo e donna, a dimensioni quasi reali, pertinente ad una tomba monumentale, vicino alla necropoli di “Porta Sarno”.
Lo “scrigno” de quo è affiorato nel corso di uno scavo archeologico, nell’ambito del progetto di ricerca: “Investigating the Archaelogy of Death in Pompeii”, condotto dall’Universitat de València. I due singolari loculi, ad alta tecnica scultorea, sono stati trasferiti presso la “Palestra dei grandi scavi”, per avviarne il restauro, e saranno tra i reperti di particolare spicco, in esposizione nella mostra-evento: “Essere donna nell’antica Pompei”, che inaugurerà il 16 aprile prossimo.
Pubblico delle grandi occasioni e successo scontato.
Autore: Gennaro D’Orio – doriogennaro@libero.it