Ha avuto termine il 31 luglio la seconda campagna di scavo archeologico in Località Faragola, presso Ascoli Satriano (FG). Il sito è stato oggetto di scavo già nel 1997 da parte del dott. Francesco Paolo Maulucci, della Soprintendenza Archeologica della Puglia; quelle prime ricerche portarono alla luce alcune strutture murarie e ricchi mosaici policromi; quei rinvenimenti furono inizialmente interpretati come i resti di un edificio di culto paleocristiano.
Questa prima ipotesi è stata completamente abbandonata con la prima campagna di scavo condotta dal Prof. Giuliano Volpe (direttore dello scavo, già noto per avere condotto gli scavi di Herdonia in collaborazione con il Prof. Jozef Mertens, dell’Università belga di Leuven, e gli scavi di San Giusto, presso Lucera, con l’Università di Bari) e dai responsabili di scavo, il Dott. Giuliano De Felice e la Dott.ssa Mariuccia Turchiano, dell’Università degli Studi di Foggia.
La campagna di scavo del 2004 ha visto il sostegno economico congiunto dell’Università di Foggia e del Comune di Ascoli Satriano.
La campagna del 2003 ha visto l’impianto di tre saggi di scavo; nel primo e più grande è stata individuata una grande cenatio estiva (una sorta di sala da pranzo), pavimentata in marmo; sul lato nord dell’ambiente si trova una monumentale fontana-ninfeo di forma semicircolare, decorata con un clipeo marmoreo (purtroppo mancante della parte superiore) del II sec., recante una scena di un culto misterico (una figura femminile panneggiata che sembra danzare davanti ad una cista, sulla quale si trova un serpente); il pavimento, formato da lastre di marmo di vario colore e provenienza, presentava tre tappetini in opus sectile vitreo e marmoreo (esemplari simili si trovano in Grecia nella basilica del quartiere portuale di Kenkreai a Corinto, datati al IV sec.). La campagna del 2004 ha intercettato la chiusura dell’ambiente, con tre ingressi (uno principale centrale e in asse con la fontana e i tappetini, e due ai lati sulle alae sopraelevate, che davano modo ai servi di svolgere le loro mansioni); si è inoltre accertato che la cenatio è stata impostata al di sopra di una precedente pavimentazione musiva; l’ambiente antistante la cenatio, mostra una fase di occupazione altomedievale, con fosse interpretate come fornetti per la lavorazione del ferro. Una tomba, scavata a ridosso di un muro, mostrava traccia del rito del refrigerium (un’usanza che i cristiani presero dal paganesimo e che consisteva in un pasto rituale consumato presso la tomba e in parte offerto al defunto stesso), con ossa di pollo rinvenute in corso di scavo, in associazione con una lucerna frammentata, recante una croce; si tratta di una deposizione di una giovane donna.
Il saggio II è stato impiantato nel 2003 per verificare l’anomalia rilevata nel magnetogramma; lo scavo ha evidenziato la presenza di una fornace per la produzione di laterizi, con ancora gran parte del piano forato; la fornace, datata al IV sec., fu abbandonata a causa delle elevate temperature raggiunte nella camera di combustione, le quali provocarono la fusione dei setti e delle pareti. Durante la campagna 2004 è stata scavata la zona del prefurnium.
Il saggio III è stato impiantato nel 2003 per verificare la presenza dei mosaici, già individuati nel 1997; lo scavo ha messo in evidenza l’ambiente più grande pavimentato a mosaico (con un motivo decorativo geometrico-vegetale a foglie lanceolate in tessere policrome) con alcune strutture murarie forse di epoca romana. Lo scavo 2004 ha appurato la presenza di numerosi altri ambienti; tra questi, un ambiente, di forma quadrata, presenta una pavimentazione musiva con cornici con un motivo decorativo geometrico. In un altro ambiente di ridotte dimensioni, sono state scavate due tombe “a cappuccina” di bambini.
Sono stati anche eseguiti dei saggi di pulitura sui marmi e degli interventi di pulitura e restauro sui mosaici e i tappetini in opus sectile, curati dalla Dott.ssa Velia Polito (che ha curato anche gli interventi di consolidamento degli intonaci della cenatio).
Sulle paste vitree dei tappetini in opus sectile sono stati effettuati dei campionamenti, allo scopo di svolgere delle indagini archeometriche; i campionamenti sono stati effettuati dalla Dott.ssa Elisabetta Gliozzo, dell’Università di Siena, e docente di Archeometria presso il C.d.L. in Beni Culturali a Foggia.
Alla fine della campagna di scavo 2004 è stata confermata l’ipotesi che si tratti di una lussuosa villa, probabilmente appartenuta ad una nobile famiglia di rango senatorio, i Corneli Scipiones Orphitae, presenti ad Ascoli Satriano sin dal I sec. a. C., e con una lunga continuità di vita fino al V sec. d. C. La conferma viene da un frammento di epigrafe onoraria, rinvenuto nel saggio I durante lo scavo, il quale con i dovuti confronti, rimanda ad altre epigrafi presenti in Oriente, che parlano di alcuni membri di questa illustre famiglia ascolana che ebbe anche forti interessi economici e politici in Africa (uno dei suoi membri fu Proconsole d’Africa, una delle massime cariche della burocrazia imperiale).
La villa sarebbe dunque costituita da una lussuosa parte abitativa e da una zona artigianale per la produzione dei laterizi (forse con la presenza di una figlina, stando ad un mattone bollato rinvenuto sporadicamente).
L’abbandono della villa e la sua occupazione in età altomedievale sarebbero dovute al mutare della situazione delle campagne in Daunia tra Età Tardoantica e Altomedioevo.
L’equipe di scavo comprendeva il Prof. Giuliano Volpe (Direttore dello scavo e Presidente del Corso di Laurea in Beni Culturali dell’Università di Foggia), il Dott. Giuliano De Felice e la Dott.ssa Mariuccia Turchiano (Responsabili di Scavo e ricercatori presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Foggia), e gli studenti del Corso di Laurea in Beni Culturali dell’Università di Foggia (indirizzi archeologico e storico-artistico) della sede di Lucera.
Allo scavo hanno partecipato anche alcuni membri dell’Associazione Culturale “Athena Iliàs” di Lucera, un’associazione formata dagli stessi studenti di Beni Culturali che ha come scopi la promozione, la valorizzazione e la tutela del patrimonio culturale della Daunia.
Cronologia: Arch. Romana