Pioggia e maltempo non hanno impedito agli archeologi di lavorare anche quest’estate sul colle di San Martino. Il team di professionisti, coordinati da Luca Villa, è riuscito a individuare quella che pare essere la base di una possente torre pentagonale.
I resti della fortificazione, utilizzata probabilmente per il controllo del territorio, si ergono nella parte inferiore dell’altura, in continuità con un esteso bastione, anch’esso messo in luce in queste settimane, a sorpresa. L’indagine ha preso avvio in giugno ed è ancora in corso, con il sostegno del Comune di Artegna.
Impegnati nella ricerca sono gli archeologi Natascia Fasiolo, Ilaria Formentin, Massimo Fumolo e Francesco Ceschi. In loro supporto anche gli studenti dell’università cattolica di Milano e alcuni volontari della zona.
Ingente e pregiato il materiale rinvenuto sull’altura, che è stata frequentata fin dall’epoca romana. Accanto all’antica cisterna per la raccolta d’acqua sono stati individuati nuovi ambienti, probabilmente residenziali, uno dei quali decorato con un pavimento musivo. Il setaccio e l’abile ricerca negli strati di terreno hanno riportato poi alla luce reperti di diversa fattura. Tra loro un gran numero di punte di frecce usate per la caccia e per la difesa del sito, una fibbia d’argento, un piccolo anello in bronzo, parti di contenitori in ceramica con coperchio, lamine di corazza, speroni, placchette in osso decorato forse utilizzate per abbellire arredi in legno.
“Il sito è di grande interesse archeologico – dicono gli studiosi – La parte forse più significativa è però ancora da sondare. Si tratta dell’appezzamento compreso tra l’attuale chiesetta di San Martino e il primo pendio, la zona più elevata del colle”. È in fase di allestimento, nel municipio, una mostra di tutti i reperti rinvenuti nei tre anni di scavo. Per la tutela delle murature portate alla luce, in particolare per la cisterna, è prevista la costruzione di una struttura protettiva.
Fonte: Il Gazzettino
Autore: Paola Treppo