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ARDEA (Rm). Emerse altre parti del porto dei Rutuli.

Continuano gli scavi nell’area archeologica di Castrum Inui: ampliata l’area termale.
Dopo le terme, i laboratori. Continuano ad affiorare ad Ardea le testimonianze del Castrum Inui, l’antico porto dei Rutuli posto alla foce del fiume Incastro, durante la campagna di scavi condotta dall’archeologo Francesco Di Mario, responsabile di zona della Sovrintendenza per i beni archeologici del Lazio.
Le novità più importanti riguardano l’ampliamento dell’impianto termale (di età repubblicana, ma con tracce di ristrutturazioni fino all’età tardoimperiale) con l’individuazione di nuovi ambienti e piscine – tra cui una vasca molto più grande e probabilmente più antica di quelle sin qui rinvenute -, e la scoperta di una fullonica, l’odierna tintoria, in cui lavoravano per lo più schiavi – detti, appunto, fullones – che potrebbe far pensare all’esistenza di un quartiere industriale all’interno del sito. «Negli ultimi mesi – spiega il dottor Francesco Di Mario – ci siamo allargati di circa duemila metri quadri, ma è ancora presto per chiarire effettivamente la portata delle nuove scoperte».
L’equipe ha provveduto anche al restauro degli ambienti emersi, proteggendo con nuove tettoie i reperti e la ricostruzione di parte delle mura e di alcune vasche delle terme. Il Castrum Inui, aperto eccezionalmente in occasione del gemellaggio con Argos, sarà nuovamente fruibile al pubblico il 14 luglio, per una visita guidata con gli archeologi impegnati negli scavi. L’evento è a cura dell’associazione “Informare”.


 


Fonte: Il Messaggero Latina, 05/07/2006
Autore: Giovanni Salsano
Cronologia: Arch. Italica

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