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ARCO (Tn). La famiglia di statue preistoriche recuperate è aumentata di numero: ritrovata l’ottava stele.

Il “pantheon” delle statue-stele rinvenute dagli archeologi ad Arco e dintorni, e che fino a oggi poteva contare su sette esemplari (quattro eroine femmine, due eroi maschi e un settimo, più piccolo e asessuato, quasi un “bambino”) si è arricchito di una ottava stele, che è stata presentata ufficialmente alla stampa dalla vicepresidente della Provincia e assessore alla cultura Margherita Cogo, presso il laboratorio di restauro archeologico di via Matteotti.           
“Il ritrovamento di questa ottava statua ci fa piacere per diversi motivi – ha detto l’assessore Margherita Cogo, parlando ai tecnici del laboratorio e ai giornalisti presenti. – Innanzitutto dobbiamo ringraziare la sensibilità di un cittadino, del signor Giovanni      Angeli, che la statua inconsapevolmente l’ha custodita per qualche tempo nel suo giardino e che, quando ci si è accorti della sua preziosità, immediatamente l’ha messa a disposizione degli archeologi. Fa piacere sapere, anche, che la nostra Soprintendenza per i beni archeologi può contare su collaboratori come Cristiano Pedrini, che ha dimostrato un intuito eccezionale nell’individuare i tatti della stele nelle fattezze di un grosso sasso a punta piantato per terra”.               
Sabato 24 marzo, nel pomeriggio, alla riapertura del Museo Civico di Riva del Garda, la settimana statua stele, quella presentata alla stampa due anni fa, potrà ritornare “in famiglia”, assieme alle prime sei ritrovate.
“E tra qualche tempo – ha quindi annunciato l’assessore, – quando i tecnici di restauro e gli archeologi avranno ripulito e studiato a fondo questo ottavo ritrovamento, vedremo dove  posizionarlo”.
Ma è molto probabile che venga “aggiunto un altro posto a tavola” al Museo di Riva del Garda.              
                                                                          
È quindi toccato all’archeologo Franco Nicolis – in sostituzione del Soprintendente per i beni archeologici Gianni Ciurletti, oggi assente, – fornire i dati tecnico-anagrafici della statua.
“Le misure sono presto dette: 132 cm di altezza per 40 di larghezza, con uno spessore di circa 15 cm. Il peso complessivo supera il quintale. Il materiale è marmo, così come sei altre statue-stele di Arco (una sola è realizzata in pietra locale): verificheremo più avanti se si tratta di marmo proveniente dalle cave di Lasa, in Alto Adige e se ciò venisse  confermato, sarebbe questa la dimostrazione di una grande mobilità sul territorio, sia di merci sia di uomini. I segni distintivi presenti sulla statua che oggi presentiamo sono evidenti solo con luce radente, e questo spiega perché il signor Angeli non si sia accorto prima del particolare oggetto che s’era piantato in giardino: sono quindi riconoscibili due pugnali incrociati e la caratteristica cintura alla vita. Questi simboli ci fanno dire che la stele rappresenta un eroe, un antenato mitico di sesso maschile. La datazione è la
medesima delle altre statue di Arco, che risalgono alla prima metà del terzo millennio avanti Cristo”.  
Hanno, insomma, 5.5000 anni circa di età. Una domanda, a questo punto, sorge spontanea: che  cosa raffiguravano queste statue? Che cosa simboleggiavano queste eroine femmine e questi eroi maschi?
“Qualcuno vi legge figure di divinità – continua Franco Nicolis, – anche se a mio avviso ci  troviamo dinnanzi più verosimilmente a figure di antenati, a un vero e proprio pantheon di parenti mitici che giustificavano il potere di una casta, oppure di una famiglia”.                             
E se ne troveranno ancora, di queste statue stele?   
“Questo è un auspicio di tutti. Ad Aosta ne sono venute alla luce una trentina, anche se realizzate con altre tecniche e con datazioni diverse e protratte nel tempo. Comunque, se oggi conosciamo ben otto statue stele del gruppo di Arco, venute peraltro alla luce in modo molto casuale e in occasione soprattutto della costruzione dell’ospedale della località del Basso Sarca, ciò significa che originariamente il loro numero dovesse essere stato senz’altro maggiore”.
Sarà il tempo – unito allo spirito di collaborazione dei cittadini e alla sensibilità e all’intuito del collaboratori della Soprintendenza – a dirci di quanto potrà ancora aumentare la “famiglia” delle statue di marmo di Arco.                                      
Per intanto godiamoci la festa di sabato pomeriggio, quando il settimo “eroe” si ricongiungerà con i suoi mitici “familiari”.
“E sarà una festa per l’intera comunità trentina – ha concluso Margherita Cogo, – che potrà così dire di possedere un patrimonio archeologico e culturale ancora più prezioso”.        
                                                                           
                    
Cronologia: Preistoria

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