Non tutto si sa di Aquileia, ove le sorprese sono sempre possibili, e auspicabili. Le indagini effettuate nei primi anni Duemila dall’équipe di Stefan Groh sono parzialmente pubblicate. Da esse si è appresa l’esistenza di un corso d’acqua lungo il lato occidentale delle mura repubblicane, di una seconda struttura portuale lungo il canale Anfora, lunga quanto il magazzino del porto fluviale scoperto dal Brusin, e anche di un vasto quartiere residenziale tra l’attuale centro di Aquileia e il fiume di Terzo. Esse, tra l’altro, hanno permesso di individuare una nuova basilica.
Stefan Groh indica che il complesso aquileiese ebbe tre fasi a partire dalla tomba di un martire, divenuta poi una cappella e quindi una basilica martiriale. Lo stesso ritiene che adiacente sorgesse anche un monastero.
Ora il primo martire di Aquileia è certamente sant’Ermacora che, come dice la passio, fu sepolto insieme con il suo diacono “fuori delle mura della città”. Una tomba del santo, antecedente il periodo medievale, finora non è nota in Aquileia come non sono note le tombe dei primi vescovi. Non sarebbe strano che essi si fossero fatti seppellire proprio accanto alla tomba di Sant’Ermacora. Un confronto immediato, come suggerito da Heimo Dolenz del Landesmuseum di Klagenfurt, è con il complesso di Damous el Karita che sorgeva al di fuori di Cartagine ed è stato oggetto di più scavi, a partire dal 1878. Questa grande chiesa, sorta verso la fine del IV secolo, era posta presso la tomba di un martire ed era una meta di pellegrinaggi.
Superfluo ricordare che, quando i resti saranno oggetto di accurati scavi, sarà possibile avere un nuovo ed interessantissimo capitolo della storia di Aquileia e soprattutto del suo periodo cristiano.
Nel corso di una ricerca dell’Istituto Archeologico Austriaco dell’Accademia Austriaca delle Scienze Vienna sulla storia urbana di Aquileia, è stata fatta la sensazionale scoperta di un edificio ecclesiastico precedentemente sconosciuto. Aquileia fu sede di vescovi e patriarchi nella tarda antichità (IV-VI secolo) ed è nota soprattutto per i magnifici mosaici della sua cattedrale. Nell’antichità, la metropoli svolse anche un ruolo chiave nella cristianizzazione delle Alpi sud-orientali.
Oltre alla cattedrale situata nel centro della città romana, in passato si conoscevano anche edifici ecclesiastici più piccoli situati lungo le arterie della città. Tuttavia, un progetto finanziato dal Fwf (Austrian Science Fund) si è concentrato sulle aree settentrionale della città, soprattutto nell’area della strada principale particolarmente importante, la Via Annia, che collegava Aquileia con Mediolanum e Roma.
La ricerca si basa su misurazioni geofisiche, sondaggi e sondaggi geoarcheologici (carotaggi), che sono stati utilizzati per indagare un “punto cardine” dello sviluppo urbano di Aquileia. Nel corso della costruzione del Circo, nel III secolo d.C., fu abbandonato un quartiere di artigiani e fu trasferito il tracciato della Via Annia, lungo il quale si trovavano le necropoli. Una di queste tombe, situata all’esterno delle mura tardo-antiche, si trasformò in una chiesa martiriale, ancora modesta agli inizi.
Questa chiesa fu ampliata in una basilica a tre navate al più tardi alla fine del IV secolo. Di particolare importanza, tuttavia, è il suo rifacimento nella prima metà del VI secolo d.C. Una basilica a transetto di 37 x 61,5 m con tre absidi fu costruita direttamente accanto alla porta nord-occidentale della città e di fronte al Circo di Aquileia, i cui modelli architettonici, unici ad Aquileia, si trovano nell’Oriente bizantino. Il rifacimento della basilica fu probabilmente realizzato sotto l’imperatore Giustiniano I (527-565) in concomitanza con la costruzione di una monumentale cinta muraria a zig-zag.
La basilica, con il suo orientamento verso sud-est, in direzione di Costantinopoli e Gerusalemme, può essere intesa come un simbolo o una reazione alla cacciata dei Goti ariani ed alla riconquista dell’Italia superiore da parte di Giustiniano I. Le basiliche a transetto con absidi si trovano nell’Impero romano d’Oriente, dall’Egitto al Vicino Oriente (Betlemme), dalla costa licia (Turchia occidentale) alla regione balcanica (Durazzo, Albania) fino all’Alto Adriatico.
Autori: Maurizio Buora e Stefan Groh
Fonte: www.messaggeroveneto.gelocal.it 31 ottobre 2024