Lo scavo archeologico aperto nei giorni scorsi in via delle Vigne Vecchie riporta alla luce ben sette vani con pavimentazione in tessellato.
Una trincea, lunga una trentina di metri, per una larghezza di circa 2, corrispondente all’ampiezza della striscia di terreno tra il campo arato di proprietà Ritter e la strada, via delle Vigne vecchie, all’incrocio con via Julia Augusta, ha riportato alla luce, a soli 20 cm di profondità, parte di sette vani affiancati uno all’altro: sei conservano la pavimentazione in mosaico più o meno danneggiata, uno presenta invece una superficie in cubetti di terracotta.
Lo scavo archeologico preventivo, effettuato dalla Ditta Archeotest su incarico della Soprintendenza e sotto la Direzione scientifica del Funzionario archeologo Paola Ventura, in occasione della realizzazione di uno spaccio agricolo, di servizio al campo, nonché di un posteggio e di una canalizzazione, si è reso indispensabile in quanto la zona è ad alto rischio archeologico.
L’area, già sottoposta, infatti, a vincolo nel 1931, costituisce la naturale prosecuzione del complesso noto come “Casa delle Bestie Ferite” che non risultava completo nella sua struttura. Per il momento si sta cercando, quindi, di ricontestualizzare il nuovo complesso proprio in relazione all’importante Domus scavata dall’Università di Padova fin dal 2007 e della quale il recente rinvenimento costituisce l’articolazione settentrionale più prossima al decumano.
La stratigrafia, relativa all’edificio ha consentito di attestare almeno quattro fasi che vanno dall’epoca tardo-repubblicana, fine I secolo d.C., tra l’altro raramente documentata ad Aquileia, al IV secolo d.C.
Durante i lavori di rilievo archeologico è stato possibile documentare anche delle “suspensure” che sostenevano una superficie più alta andata perduta, indice della presenza un vano riscaldato.
Di grande rilievo i mosaici pavimentali, in tessere bianche e nere, con decori vegetali e a crocette che caratterizzano la pavimentazione dei vani.
Lo scavo non è ancora ultimato verso ovest. Parte dei lavori relativi alla realizzazione dello spaccio agricolo sono stati già autorizzati. Per la conclusione si attende invece il completamento delle indagini archeologiche.
Fonte: SABAP FVG, 12 apr 2017