Lo ha reso noto oggi un importante professore tedesco.
Ernst Pernicka, professore di archeometria all’università di Tubingen che dirige gli scavi nella Turchia nordoccidentale, ha spiegato che i corpi sono stati rinvenuti vicino ad una linea di difesa all’interno della città costruita nella tarda età del Bronzo.
La scoperta potrebbe fornire nuove prove a conferma che la zona bassa di Troia a quell’epoca era più grande di quanto si pensasse precedentemente, cosa che modificherebbe la percezione degli studiosi della città dell'”Iliade”.
“Se sarà confermato che i resti risalgono al 1.200 a.C., significa che risalgono al periodo della guerra di Troia. Stiamo conducendo un test di datazione del radiocarbonio, ma la scoperta è elettrizzante“, ha detto Pernicka a Reuters in un’intervista telefonica.
L’antica Troia, situata nella parte nordoccidentale dell’attuale Turchia, alla bocca dello stretto dei Dardanelli, non lontano da Istanbul, è stata riportata alla luce intorno al 1870 da Heinrich Schliemann, imprenditore e archeologo tedesco che ha riscoperto la città ventosa descritta da Omero.
Pernicka ha detto che è stato accertato che gli oggetti di ceramica trovati vicino ai corpi — a cui mancava la parte inferiore — risalgono al 1.200 a.C., ma ha aggiunto che la coppia potrebbe essere stata sepolta 400 anni più tardi in sito di quella che gli archeologi chiamano Troia VI o Troia VII, rovine diverse da Troia.
Decine di migliaia di persone visitano ogni anno le rovine di Troia, dove, tra gli scavi, si erge un’enorme replica del famoso cavallo di legno.
Fonte: Reuters, 22/09/2009