Perché Christian Goudinau si entusiasmi, ci dev’essere un buon motivo! Il professore, titolare della cattedra di Antichità Nazionali al Collège de France, considera infatti come un evento eccezionale la scoperta, inattesa, di un santuario dedicato a Mitra nella parte occidentale della Gallia. Il secondo finora ritrovato nell’Ovest del Paese, dopo quello venuto alla luce a Bordeaux nel 1986.
Il rinvenimento di un tempio mitraico risale agli inizi di maggio e ha avuto luogo ad Angers, nella regione della Loira, durante le indagini svolte da archeologi dell’INRAP (Institut National de Recherches Archéologiques Préventives). La scoperta apre nuove prospettive per la lettura della storia religiosa e sociale della cittadina francese, l’antica Iuliomagus (Mercato di Giulio Cesare) romana.
Gli scavi hanno interessato un’area di 9000 mq, sulla quale sorgeva la vecchia clinica Saint-Louis, e hanno svelato fin dall’inizio la presenza di un insediamento gallo-romano importante, che si suppone dovesse essere già abitato sotto il regno di Augusto: sono ben visibili gli assi viari principali della città, il cardo e il decumanus, con i fossati e i marciapiedi.
Inserito nella cantina di una delle due ricche ville venute alla luce, le cui prime fondazioni risalgono al I secolo d.C., il santuario dedicato a Mitra è databile al III secolo, quando questo culto era al suo apogeo. Il perimetro del tempio – 10 x 7 m – è perfettamente leggibile. Si distinguono il vestibolo, i tamburi delle colonne, la base dell’altare e le due panchine laterali destinate ai banchetti rituali.
Il mitraismo è una religione misterica e monoteista di provenienza indo-iraniana, approdata in Occidente con i legionari romani a partire dal II secolo d.C. Lo storico greco Plutarco riferisce che i Misteri debbono la loro origine ai pirati della Cilicia, che li praticavano intorno al 67 a.C., quando furono deportati da Pompeo in Grecia. Il compimento delle funzioni, riservate ai soli uomini, si svolgeva nella piú totale oscurità: per partecipare bisognava essere iniziati, si veniva marchiati con il ferro e ci si impegnava a mantenere il segreto circa i contenuti dell’insegnamento. Ecco perché non esiste alcuna documentazione scritta in proposito, se non quella redatta dai Padri della Chiesa, cioè dai piú virulenti oppositori del mitraismo, che consideravano come «il travisamento satanico dei riti piú sacri della religione».
«La scoperta di un tempio mitraico ad Angers – spiega Jean Brodeur, responsabile scientifico dello scavo – dimostra come la città vivesse al ritmo della società romana. Sappiamo, grazie a Cesare, che la VII legione, comandata da Publio Crasso, aveva svernato su questo territorio abitato dalla popolazione gallica degli Andicavi, fra il 57 e il 56 a.C. Ma la certezza di un’occupazione permanente del suolo angevino da parte di truppe romane e di personale amministrativo dell’impero, fra il I e il V secolo, è recentissima».
Grazie alla presenza dei militari, la città doveva essere piuttosto ricca. Lo dimostrano le centinaia di monete trovate all’ingresso del mitreo, insieme ad altri oggetti importanti, concentrati là dove doveva esserci un armadietto che li conteneva: lampade a olio, frammenti di un lampadario in terracotta con motivi di visi nubiani, fibule in bronzo caratteristiche dei funzionari romani del IV secolo, e un vaso zoomorfo a forma di cervide dall’iconografia del tutto inedita.
I frammenti della testa del dio Mitra, intenzionalmente ridotta in pezzi, prima che il tempio fosse dato alle fiamme, dimostrano la volontà di cancellare ogni traccia dell’esistenza di questa religione.
«La distruzione dolosa del santuario verso la fine del quarto secolo coincide probabilmente – continua Jean Brodeur – con l’arrivo del primo vescovo ad Angers, che può aver cristianizzato il luogo costruendovi accanto una chiesa: quella di St-Germain (poi rasa definitivamente al suolo nel 1875), che viene menzionata soltanto in epoca carolingia, ma secondo me è ben anteriore. Lo provano i sarcofagi cristiani del IV e inizio V secolo, rinvenuti nelle vicinanze della chiesa nel 1867, ma “riscoperti” ultimamente nei depositi del museo dove erano stati erroneamente catalogati».
Autore: Daniela Fuganti
Fonte: http://www.archeo.it, giugno 2010