L’Anfiteatro romano di Ancona sarà visitabile, ogni settimana, da metà aprile. Ciò grazie al fatto che è entrato nella sfera di competenza della Direzione regionale Musei nazionali Marche, guidata da Luigi Gallo, che intende valorizzare e rendere fruibile l’area archeologica più importante del capoluogo di regione, non solo in giornate straordinarie, ma durante tutta la stagione turistica.
“Nel corso degli ultimi anni – afferma Gallo – la Direzione Regionale Musei Nazionali Marche ha posto particolare cura nella valorizzazione delle sedi espositive e delle collezioni in esse contenute, intreccio di vicende ed opere che contribuiscono in modo rilevante alla storia del patrimonio e dell’identità regionale. L’Anfiteatro romano è un importante tassello di questo percorso e restituisce ai cittadini e ai visitatori di Ancona lo spaccato di un periodo cruciale della storia della città dorica”.
La possibilità di effettuare una visita combinata tra il Museo Archeologico Nazionale delle Marche a Palazzo Ferretti, dove poco più di un anno fa è tornata visibile una rinnovata sezione museale dedicata all’età romana, e l’Anfiteatro, permetterà al visitatore di immergersi completamente nel fascino del mondo antico. Un luogo simbolo del capoluogo marchigiano, incastonato nel cuore antico del centro storico a picco sul mare, sulla falesia che rende uniche le coste di questo tratto di Adriatico, l’Anfiteatro romano rappresenta anche un ambiente in cui la storia di Ancona si è via via stratificata, dalle strutture ellenistiche al grande edificio per spettacoli di età imperiale, al successivo convento e fino al carcere di Santa Palazia, distrutto dopo il grande sisma del 1972.
“Nel corso dei prossimi mesi sarà elaborato un ampio progetto di restauro e valorizzazione del monumento antico, rendendo accessibili tutte le sue particelle” ha aggiunto Gallo.
Unitamente all’evidente valore archeologico e storico-architettonico, l’Anfiteatro di Ancona rappresenta bene il concetto di paesaggio culturale: la mano dell’uomo ha infatti modellato nei secoli la sella fra il colle Guasco e il colle dei Cappuccini.
Fonte: www.ilrestodelcarlino.it 12 marzo 2025