E’ un mistero la struttura circolare venuta alla luce negli scavi ad Osteria della Fontana, ad Anagni.
«Io ho le mie teorie, ma ci vuole cautela», dice la sovrintendente Alessandra Gatti. Di certo è una struttura imponente, di circa 40 metri di diametro, di cui è riemerso solamente il perimetro nel corso di indagini preventive richieste dalla Soprintendenza ai privati che avevano scelto l’area per realizzare una struttura commerciale. Adesso però questo reperto eccezionale rischia di restare al palo perché come al solito non ci sono i fondi.
E il Comune di Anagni, da parte sua, è chiarissimo sull’argomento: «L’area archeologica di Osteria della Fontana è da valorizzare, certo, ma non parliamo di esproprio», dice il sindaco di Anagni, Carlo Noto, dopo la proposta, avanzata dal suo compagno di partito, il presidente del circolo di Alleanza Nazionale di Anagni, Giorgio Bellini.
Il cantiere aperto da alcuni mesi per il momento è stato, ovviamente, bloccato. Lì dove i privati intendevano realizzare un capannone commerciale è venuto fuori qualcosa di unico per la zona. C’è chi ha gridato al rinvenimento del Tempio di Diana. Ipotesi che la Gatti non prende neppure in considerazione: «Siamo solo all’inizio, è prematuro fare ipotesi. Semplicemente non sappiamo cosa abbiamo davanti».
La struttura si trova nei pressi del già noto Compitum Anagninum (l’incrocio tra la via Labicana e la via Latina) dove Livio descrive un luogo di culto dedicato a Diana. Ma c’è il rischio che il mistero rimanga tale per molto tempo. Per proseguire le ricerche infatti sono necessari fondi cospicui che la Soprintendenza, purtroppo, non ha. «Riusciamo a malapena a fare la tutela e la conservazione di quello che già conosciamo – sottolinea la Gatti – figuriamoci se dovessimo attivare le indagini ogni volta che troviamo qualcosa».
Dunque, subito stop agli scavi: i privati si sono ovviamente fermati, il pubblico non può intervenite. Anche se l’amministrazione comunale è intenzionata a valorizzare l’area, «esattamente come ho già fatto in altre situazioni», dichiara Noto.
«Di espropriare il terreno però non se ne parla proprio, il modo per andare avanti è da studiare con la Soprintendenza». Inconfutabile resta il fatto che la città dei papi continua a regalare scoperte archeologiche di primaria importanza.
Fonte: Il Messaggero 08/09/2007
Autore: A. Maggi
Cronologia: Arch. Romana