C’e’ un progetto per una nuova struttura museale vicino alla laguna di Venezia per accogliere i 45000 reperti di epoca romana ritrovati nella grande area archeologica che si estende tra Mestre e Jesolo.
E’ il nuovo Museo archeologico di Altino, che sta vedendo pian piano la luce, ma che rischia però di rimanere solo un sogno: i fondi necessari sono sinora arrivati solo in piccola parte, e per il futuro la situazione e’ incerta.
”Abbiamo usufruito – ha affermato il soprintendente per i beni architettonici di Venezia, Giorgio Rossini – di cinque miliardi di lire, che non sono pochi ma non bastano, tanto più perchè giunti grazie a finanziamenti ordinari, che quindi arrivano in maniera saltuaria, a seconda degli anni”. Per completare le operazioni servono invece ancora 6 milioni di Euro: ”Con questa cifra – ha spiegato la soprintendente per i beni archeologici del Veneto, Maurizia De Min – in due anni-due anni e mezzo riusciremmo a completare il recupero dei due casoni ottocenteschi sede delle esposizioni, la costruzione dei nuovi edifici di servizio e delle infrastrutture, oltre a ristrutturare la sede storica e soprattutto catalogare, restaurare ed esporre i 45000 reperti esposti. Il fatto e’ che allo stato attuale abbiamo chiesto dei fondi che ci sono stati negati e quindi, senza finanziamenti, non c’è futuro per il museo”. In particolare, mancano le risorse per il restauro dei reperti, attualmente accatastati in diversi capannoni, mentre nell’attuale sede del museo non è neppure possibile allestire un percorso espositivo visto l’eccessivo numero di oggetti: ”Sino ad ora – ha continuato la De Min – ci sono stati due finanziamenti per 190 milioni di lire totali, mentre per tutto il Veneto sono stati stanziati un miliardo e 300 milioni di lire, che bastano appena per la manutenzione ordinaria”. Perchè ”è da tanto tempo che attendiamo i soldi per finire i lavori – ha spiegato la direttrice dell’attuale museo, Margherita Tirelli – che e’ già necessario intervenire sulle prime strutture realizzate, che cominciano ad invecchiare”.
Eppure, esistono le soluzioni per ultimare il progetto realizzato ed illustrato da Stefano Filippi, soprintendente per i beni culturali del Veneto, e pronto nel dettaglio, che prevede un percorso ciclopedonale nell’area archeologica, una torre d’osservazione per studiare l’area, percorsi espositivi personalizzati per le esigenze dei visitatori, collegamenti via vaporetto o bus, la possibilità di portare al museo in sei minuti i passeggeri dell’aeroporto in attesa di partire per voli internazionali, impiegando così il lungo tempo di intervallo, addirittura l’impianto di piante e fiori tipici dell’epoca romana per ricreare l’ambiente anche dal punto di vista olfattivo.
La principale risorsa cui hanno fatto appello i sovrintendenti sono i finanziamenti privati: in linea con quanto incentivato dal ministero, si spera di trovare uno sponsor importante che copra le spese, magari grazie anche ad una riforma della legge 512 (che prevede agevolazioni fiscali per chi sostiene i restauri), tornando ad uno sgravio del 70 per cento, come ai tempi dei grandi sostegni privati degli anni ’80.
Fonte: CulturalWeb 04/05/04
Autore: redazione
Cronologia: Arch. Romana