Singolare il ritrovamento avvenuto nell’area archeologica di San Calocero, ad Albenga: una bambina, di circa 13 anni (1,48 cm) sepolta a faccia in giù. Un tempo si usava seppellire così chi non era degno di guardare il cielo, qualcuno colpevole di terribili crimini.
E’ questo il mistero che cerca di risolvere il team di archeologi guidato dal professor Philippe Pergola del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana: “Ci troviamo in un sepolcreto del V-VI secolo. Chi veniva inumato in questo modo, era perché si voleva impedire che vedesse la luce della Resurrezione. Era un trattamento che si riservava agli assassini e ai ladri. Oppure era un gesto di superstizione, per far sì che non si potessero rialzare e tornare in vita. Il tardoantico, essendo un periodo di transizione e cambiamento, ha riportato alla luce paure e, appunto, superstizioni. Alcuni sono stati ritrovati sepolti non solo a faccia in giù, ma anche inchiodati a terra: perfino il cranio veniva trapassato e fissato al terreno.”
“Quel che sappiamo è che aveva massimo 13 anni, perché le suture ossee non sono ancora saldate, per cui lo sviluppo non si era ancora completato. Dalle dimensioni del bacino e del cranio capiremo se era maschio o femmina. C’è da considerare che allora la mortalità era alta, si viveva fino a 45-50 anni, per cui questa persona aveva già trascorso un terzo della sua vita. Al momento non abbiamo trovato segni di morte violenta.”
Fonte: http://www.meteoweb.eu, 26 ott 2014