Un fonte battesimale del V secolo dopo Cristo, una struttura ottagonale affiorata nella navata destra della Cattedrale, di fronte alla cappella del Santissimo, è la straordinaria scoperta fatta dagli archeologi grazie agli scavi in corso da giugno. Un rinvenimento che consente di dare alcune risposte e di porre nuove domande sul passato del Duomo di Alba, sulla sua struttura architettonica e sul suo sviluppo liturgico nei secoli.
Ne ha parlato ieri mattina in Seminario, di fronte a una platea di sacerdoti della diocesi, la funzionaria della Soprintendenza piemontese Egle Micheletto, anticipando con una inusuale relazione in corso d’opera alcuni dei risultati già ottenuti con i lavori.
«Il ritrovamento del fonte battesimale, così come di alcune strutture murarie, ci consente innanzitutto di dire con quasi assoluta certezza che sul sito dell’attuale cattedrale di San Lorenzo esisteva una basilica paleocristiana, costruita al fondo di quello che in epoca romana era il foro di Alba Pompeia».
Ma si apre un dubbio: dov’era collocato il fonte battesimale? All’interno della basilica? In uno spazio autonomo, ma annesso? Oppure all’esterno, in un battistero separato dal corpo della chiesa?
«Solo il prosieguo degli scavi ci consentirà di avanzare un’ipotesi scientificamente valida, anche se allo stato attuale sembra più probabile supporre uno spazio annesso, così come è testimoniato in alcune chiese del Piemonte e della Valle d’Aosta» spiega la soprintendente Micheletto.
«In ogni caso, gli scavi stanno consentendo di scrivere la complessa storia del sito, passato attraverso almeno quattro fasi: l’epoca romana, la costruzione della basilica paleocristiana, la chiesa romanica di cui abbiamo trovato importanti tracce nello scalone poligonale e nella pavimentazione, e infine la ricostruzione quattrocentesca ad opera del Novelli».
«La scoperta del fonte battesimale – spiega don Valerio Pennasso, responsabile dell’ufficio per i Beni culturali diocesano – non ha solo un valore archeologico, perché ci consente di andare alle radici della nostra storia ecclesiastica, ci fa vedere dove furono battezzati i primi cristiani albesi. Per questo intendiamo valorizzare questo sito, rendendolo visibile a tutti».
Il resto dei ritrovamenti, invece, sarà ricoperto dal pavimento e solo gli studiosi potranno avere accesso ad alcune aree grazie a una soletta rialzata di 90 centimetri.
Ma neppure ieri sono mancate le precisazioni riguardo alle polemiche che da settimane accompagnano il cantiere in Duomo, con i timori dei parrocchiani di dover attendere ancora molti mesi prima di poter ritornare nella propria chiesa.
«Devo precisare – ha detto Egle Micheletto – che non siamo stati noi a voler iniziare il cantiere. La Soprintendenza è intervenuta nel momento in cui è stato deciso di realizzare il riscaldamento sotto la pavimentazione, dove era ovvio che si sarebbero trovati dei reperti. In ogni caso, con le risorse e con i tempi ristretti a disposizione stiamo ottenendo risultati notevoli. Ma se avessimo avuto la possibilità di operare più a fondo, avremmo forse potuto sperare in risultati ancora migliori e in un clima di lavoro più sereno».
Fonte: La Stampa Cuneo, 28/11/2007
Cronologia: Arch. Romana