È una scoperta che apre a scenari inaspettati quella fatta pochi giorni fa al Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento: nell’area dove sorgeva il quartiere ellenistico-romano, sono state riportate alla luce pitture parietali e una pavimentazione in cocciopesto e a mosaico – perfettamente conservate – di una casa risalente al III-II secolo a.C.
Dagli scavi condotti dall’Università di Bologna – nell’ambito di un progetto di ricerca avviato in collaborazione con il Parco Archeologico sotto la direzione di Giuseppe Lepore del Dipartimento di Beni Culturali del Campus di Ravenna –, è emerso che l’antica abitazione è stata protagonista di un intervento di ristrutturazione: in questa occasione sono state realizzate le pitture parietali e la pavimentazione, giunte a noi ottimamente conservate a causa un crollo avvenuto durante l’età imperiale. Le macerie hanno quindi protetto il pavimento e le pitture parietali in stile pompeiano.
“Si tratta di una scoperta unica nel suo genere”, spiega Giuseppe Lepore. “Questa casa è stata ristrutturata, insieme al resto del quartiere, tra la fine del III e gli inizi del II secolo avanti Cristo ed è stata dotata di un complesso sistema di pitture parietali e di pavimenti in cocciopesto e in mosaico, articolati addirittura su due piani. Ben presto, però, forse già nella prima età imperiale, la casa crolla (oppure viene demolita intenzionalmente), cosa che ha determinato il suo straordinario stato di conservazione visto che le macerie hanno ‘protetto’ il pavimento”. L’abitazione si estende per circa 400 metri quadrati, e presenta una monumentale pastàs (spazio porticato) dal quale si accede ai tre vani principali, tutti disposti sul lato nord. Le principali scoperte riguardano il piano terra, dove è stato trovato il pavimento in cocciopesto con inserti di pietre colorate che formano una decorazione a meandro, mentre sotto alle macerie sono stati ritrovati, appartenenti al piano superiore dell’abitazione, brani delle pitture parietali e del pavimento, quest’ultimo caratterizzato da un mosaico policromo con motivo a meandro. La realizzazione dei pavimenti e delle pitture risalirebbe agli inizi del I secolo a.C.
“Speriamo possano continuare le ricerche”, spiega Roberto Sciarratta, direttore della Valle dei Templi. “Il Quartiere ellenistico-romano deve diventare un punto di forza del nuovo percorso che stiamo allestendo nel Parco archeologico, che collegherà la Collina dei Templi direttamente con le terrazze superiori della città antica, che ospitano il Quartiere da una parte e il museo archeologico ‘Pietro Griffo’ dall’altra, oltre all’area degli edifici pubblici dell’area centrale, fino all’ipogeo Giacatello. I lavori dell’Università di Bologna, di cui condividiamo gli obiettivi, si inseriscono dunque pienamente nella programmazione del Parco, volto ad ampliare l’offerta culturale e a comunicare al meglio il proprio patrimonio”.
“Continua la magnifica ‘stagione’ archeologica della Sicilia”, sottolinea l’assessore regionale ai Beni Culturali Alberto Samonà, “che non finisce di riservarci sorprese straordinarie come questa: una casa che sembra uscita da un restauro per quanto è perfettamente conservata”.
Autore: Desirèe Maida
Fonte: www.artribune.com, 3 nov 2021