C’erano i micenei ad Afragola, trentadue secoli fa. La scoperta è stata fatta dagli esperti della Soprintendenza archeologica di Napoli, guidata da Maria Luisa Nava, durante lo scavo del tracciato destinato alla Tav, allorché hanno intercettato quattro fosse di scarico che custodivano numerosa ceramica micenea frammentata.
I reperti, elementi di piatti, vasi, coppe, si trovavano a una profondità tra i due e i cinque metri dal piano di campagna. I pozzi, poi, hanno la particolarità di essere prossimi a un insediamento (che a ben leggere i dati potrebbe essere costituito da un insieme di piccoli nuclei abitati) capannicolo risalente a un periodo compreso tra Bronzo ”recente” (1300-1200 a.C.) e ”finale” (1200-900 a.C.) ma che non ha nessun legame con i reperti micenei.
L’indagine sviluppata su uno dei gruppi di capanne, in genere di forma circolare, ha consentito il recupero di manufatti di bronzo: fibbie, anelli, spille, caratteristici dell’epoca. La ceramica micenea, secondo gli archeologi, era parte sia di oggetti d’importazione, che arrivavano in zona trasportati dai mercanti, sia d’imitazione, cosa che dunque presuppone la presenza di officine e delle necessarie conoscenze tecniche per quella particolare produzione.
La produzione micenea, difatti, si distingue dalle altre del periodo, se non altro, per le decorazioni di raffinata finezza che arricchiscono i manufatti: colori brillanti, spirali, segni geometrici. Vale a dire che in quell’area pertinente al villaggio che dal XII secolo d.C. fu conosciuto come «Afraore» o «Afraora», c’era un abitato di cui facevano parte anche individui che provenivano dal Mediterraneo orientale. Un bacino marittimo, questo, che per secoli ha visto i micenei coloni, marinai e conquistatori di prim’ordine. La capitale di quelle genti, fu appunto Micene, città della Grecia antica, situata nella piana di Argo, fondata, secondo la tradizione, da Perseo figlio di Zeus e di Danae.
Un loro re fu Agamennone, della dinastia degli Atridi, condottiero dei greci nella guerra di Troia. Una città del mito, nel mito, dunque: fornì ottanta soldati scelti per la battaglia delle Termopili, combattuta tra greci e persiani nel 480 a. C.; e quattrocento nel successivo scontro, avvenuto nel 479 a. C. a Platea. E con tombe reali, tra cui quella di Clitennestra, sposa di Agamennone, e di Egisto, l’amante della regina, scavate da Heinrich Schliemann alla fine del 1800.
L’elemento eccezionale della scoperta, però, potrebbe essere quello che considera il territorio di Afragola, o una sua ben precisa area, quale vero è proprio insediamento – villaggio segnato da spiccate caratteristiche commerciali e produttive. E con la particolarità, fatto assolutamente straordinario, di essere un centro miceneo dai caratteri non squisitamente costieri o isolani, considerati gli insediamenti micenei sin qui trovati e di cui esistono, tra gli altri, gli esempi campani di Ischia e Vivara.
L’agglomerato di Afragola, invece, si incunea nell’entroterra napoletano quasi a formare una testa di ponte distante una decina di chilometri dal mare. Una penetrazione dettata solo da esigenze di aprire nuovi mercati e nuove rotte commerciali? Oppure c’era per quella gente la necessità impellente di trasferirsi su territori magari più ospitali, visto che proprio nel XII secolo a.C. le colonie di Ischia e Vivara iniziano a perdere l’importanza sin allora avuta?
Tutte domande che sono diventate ipotesi di lavoro al vaglio degli archeologi. «Il materiale emerso è di tale valore – conferma il soprintendente Nava – che la scoperta è in grado di stravolgere le certezze che ci hanno accompagnato sino ad oggi. Qui, per la prima volta sulla terraferma e in una zona dell’entroterra si ritrova grande quantità di ceramica di importazione e di imitazione dal Mediterraneo orientale: ciò potrebbe far pensare a contatti diretti, se non a un vero e proprio ”teikos” (villaggio), con i mercanti che venivano dall’Oriente sullo scorcio del II millennio a.C.
Per comprendere l’eccezionalità del ritrovamento basta solo pensare che la scoperta, una volta confermata da ulteriori indagini, farà riscrivere la protostoria dell’intera regione mediterranea».
Fonte: Il Mattino 03/07/2006
Autore: Carlo Avvisati
Cronologia: Protostoria