In prima fila ci sono Paul Bucherer-Dietschi, direttore del Afghan Museum in esilio, e il professor Armin Grün, dell’Istituto Svizzero di Fotogrammetria di Zurigo, che si sono messi in testa di restituire al martoriato Afghanistan i loro monumenti simbolo, i famosi Buddha di Bamiyan, distrutti a cannonate dai Talebani nel 2001 e considerate un collegamento insostituibile fra l’arte europea e la coltura orientale, e che hanno già presentato al governo afgano, compreso il presidente Hamid Karzai, una ricostruzione virtuale 3D della più grande delle statue, antiche di oltre 1.800 anni.
“I finanziamenti per l’operazione sono già disponibili”, hanno assicurato, “ancora non possiamo rivelare da dove provengono, ma non si tratta di associazioni umanitarie. Benchè le statue siano quasi completamente distrutte, i loro profili ed alcune caratteristiche ancora rimangono”.
L’eventuale intervento potrebbe iniziare dopo il 2009, quando sarà ultimato il consolidamento strutturale delle rocce che ospitavano le statue.
Nel frattempo l’Unesco sta vagliando un’altra proposta, avanzata dell’artista Hiro Yamagata, che predeve di “ricreare” i Buddha proiettando le loro immagini sulle rocce con un sistema di laser.
Fonte: Exibart on line 08/01/2007
Cronologia: Arch. Orientale