In occasione del 65° compleanno dell’illustre archeologo Paolo Matthiae, Francesca Baffi, Rita Dolce, Stefania Mazzoni e Frances Pinnock – allieve ed estimatrici del loro maestro – rendono omaggio alla sua lunga attività di ricerca ed insegnamento con il volume “Ina Kibrāt Erbetti – Le quattro parti del mondo”. Studi di archeologia orientale dedicati a Paolo Matthiae, che sarà presentato il 17 aprile alle 17.00 presso l’Auditorium del Museo dell’Ara Pacis.
Paolo Matthiae dirige dal 1964 la Missione Archeologica dell’Università di Roma La Sapienza ad Ebla – 60 chilometri a sud di Aleppo nella Siria settentrionale – che ha ormai al suo attivo 42 campagne di scavo e scoperte sensazionali. Attualmente è professore di archeologia e storia dell’arte del Vicino Oriente. Ha pubblicato numerosi libri ed articoli relativi ad Ebla e alla storia dell’arte della Mesopotamia e della Siria in genere, intraprendendo una revisione critica del ruolo storico di quel paese nel quadro delle civiltà del Vicino Oriente. È membro dell’ Accademia delle Scienze di Vienna, dell’Acadèmie des Inscriptions et Belles Lettres di Parigi, dell’Istituto Archeologico Germanico di Berlino, della Regia Accademia delle Scienze di Svezia e dell’Accademia dei Lincei.
Gli articoli del volume presentato – pubblicato dalla Casa Editrice Università La Sapienza – sono testimonianza dei vari approcci di studiosi italiani e stranieri agli studi di archeologia del Vicino Oriente, soprattutto in riferimento alle scoperte di Ebla. Hanno partecipato alla stesura dei testi, oltre alle curatrici, i più giovani allievi della Scuola Romana di Archeologia Orientale, che proseguono nel lavoro del loro maestro come professori associati, ricercatori e curatori di museo. Insieme agli allievi, hanno collaborato alcuni archeologi direttori di missioni nel Vicino Oriente, legati al festeggiato soprattutto dall’amicizia e dalla consuetudine, di lavoro e conviviale, sotto la tenda di Casa Missione a Ebla.
“Ina kibrāt erbetti” – “le quattro parti del mondo”- intende essere testimonianza dell’esperienza umana e scientifica maturata negli incontri della “casa siriana”, occasione di scambi e confronti sulle ricerche sul campo e sull’archeologia del Vicino Oriente, ma nello stesso tempo espressione di un’intensa e affettuosa vita sociale, un laboratorio di ricerche dinamico e aperto agli interessi dei tanti allievi e collaboratori che Paolo Matthiae ha sempre voluto promuovere, coordinare e seguire con generosità e passione.
Fonte: Zètema 19/03/2007