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Michele Zazzi. Il matronimico nelle iscrizioni etrusche.

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Nelle iscrizioni etrusche le donne venivano indicate con praenomen (nome individuale) e nomen (gentilizio, famiglia di origine) al pari degli uomini (formula onomastica bimembre). Questo elemento unitamente ad altri attesta il ruolo particolarmente rilevante della donna nella società etrusca.
Nella formula onomastica di alcuni individui (maschi e femmine) inoltre, oltre all’indicazione del padre, si trova talvolta anche il nominativo della madre.
Il matronimico ricorre seppur sporadicamente già nella fase arcaica, si sviluppò nell’Etruria Meridionale del IV secolo a.C. e si diffuse poi in Etruria settentrionale dal III secolo a.C.
Dall’iscrizione sul coperchio di un sarcofago ceretano della seconda metà del IV secolo a.C. apprendiamo che Venel Tamsnies fu figlio di Laris Tamsnies e di Arusmnei Thancvil.
Su una parete della tomba degli Scudi di Tarquinia del IV secolo a.C. leggiamo che Velthur Velcha, che ricoprì la carica di zilath, era figlio di Vel e Aninaic.
Su di un urna cineraria di travertino proveniente dal territorio di Cortona della seconda metà del III secolo a.C. si legge LARIS:ANEINI/ VELSINAL che si riferiscono, rispettivamente, al prenomen, al gentilizio ed al matronimico del defunto.
Un’urna perugina del III – II secolo a.C. apparteneva a Vel Rafi, figlio di Arnth e di una donna della gens Cai ““VL.RAFI.AR.CAIAL”.
La tradizione etrusca del matronimico era tanto radicata che sopravvisse alla romanizzazione (in questo senso Jaques Heurgon). L’indicazione del nome della madre infatti si ritrova in qualche caso anche in iscrizioni latine d’Etruria al tempo dell’impero: iscrizioni latine da Montepulciano (SI), ad es., sono riferite, rispettivamente, a A. Papiurus L. f. Alfia natus (Aulo Papirio nato da Alfia) e a L. Gellius C. f. Longus Senia natus (Lucius Gellius, figlio di Caio, nato da Senia).
Nella fase più antica il matronimico ricorre di massima tra le gentes aristocratiche al fine di ostentare l’origine nobiliare sia da parte del padre che da quella della madre.
Nel periodo più recente l’istituto trova riscontro anche tra i ceti medi. E’ stato sostenuto (Vincenzo Bellelli, Enrico Benelli) che dal III secolo in poi l’indicazione del matronimico rispondesse anche alla funzione pratica di distinguere nell’ambito delle tombe familiari, che ospitavano numerosi componenti, i vari deceduti che sovente avevano nomi ripetitivi.
In passato il matronimico è stato considerato alla stregua di una testimonianza autentica della tesi del matriarcato etrusco (sostenuta in particolare da Johann Jakob Bachofen). L’ipotesi è stata poi ampiamente confutata essendo la società etrusca patrilineare.
Il nome della madre comunque non è sempre indicato e quando risulta segue quasi sempre quello del padre. La donna inoltre è frequentemente indicata col solo gentilizio.
In qualche caso il nome della madre è seguito dal termine clan (figlio).
In alcune iscrizioni era indicato il solo matronimico e non anche il padre.
Su un’urna di travertino databile al II secolo a.C. da Chiusi si legge “ΘANA PRESNTI PLECUNIA / UMRANALISA” = Thana Presnti Plecunia figlia della Umranei. Nell’iscrizione di fondazione dell’ipogeo dei Volumni (Velimna) della seconda metà del II secolo a.C. i fratelli Arnth e Larth sono qualificati come “arzneal husiur” = figli di una Arznei.
Talvolta si tratta di individui privi di diritti civili.

Sul matronimico cfr, tra gli altri:
– Vincenzo Bellelli, Enrico Benelli, Gli Etruschi La scrittura, la lingua, la società, Carocci Editore, 2018, pagg. 137-138;
– Giulio M. Facchetti, L’enigma svelato della lingua etrusca La chiave per penetrare nei segreti di una civiltà avvolta per secoli nel mistero, Newton & Compton Editori, 2000, pagg. 57-58;
– Jaques Heurgon, Vita quotidiana degli Etruschi, Oscar Mondadori, 1992, pagg. 110-111.

Di seguito immagini di iscrizioni etrusche recanti il matronimico:
– urna cineraria da Cortona inscritta LARIS:ANEINI/ VELSINAL;
– urna chiusina relativa a ΘANA PRESNTI PLECUNIA / UMRANALISA;
– Cippo di Perugia con iscrizione AULESI VELTHINAS ARZNAL CL.

Autore: Michele Zazzi – etruscans59@gmail.com

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