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PERTOSA (Sa). Vengono alla luce, un tempio ellemistico ed altre meraviglie archeologiche nelle grotte di Pertosa-Auletta.

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Preziosi “scrigni della memoria”, autentici tesori antichi, che saltano all’attenzione, continuano a sorprendere, a meravigliare esperti, studiosi ed appassionati comuni. Si ampliano, quali nuovi percorsi, per riscoprire l’eccezionalità dell’arte, della Cultura inclusiva e lasciare, come pure nel caso di specie, la parola di raccontare il passato e di tenere quanto mai viva, oggi più di ieri, la prospettiva di altre scoperte da conoscere, ampliandone gli orizzonti.
Ecco infatti una ulteriore, incredibile scoperta, avvenuta nelle Grotte di Pertosa-Auletta (in provincia di Salerno), nel cuore si vede ancora pulsante del Geoparco Cilento, Vallo di Diano e Alburni, dove sono stati individuati e riportati alla luce, con risultati di notevole interesse, particolarmente a livello di ricerca storica, i resti di un antico tempio ellenistico, un tesoro preziosissimo “nascosto”., riferito appunto ad un’antica struttura di culto del IV – I secolo a.C.
Trattasi, nel dettaglio, di una affascinante rete di cavità naturali, con un lungo fiume sotterraneo navigabile (il Negro, l’unico in Italia), nonché di una serie di reperti documentali e testimonianze, che risalgono all’Età del Bronzo, ma non solo.
L’ultima campagna di ricerche archeologiche, quella cioè 2025, è giunta al suo termine e, dalla seconda metà di gennaio ad oggi, si è concentrata essenzialmente nell’Antegrotta del sito.
Il progetto ha visto collaborare la Fondazione MIdA (Musei Integrati dell’Ambiente), e l’Istituto Centrale per l’Archeologia (ICA), pronti a presentarne i risultati in occasione di TourismA 2025, ovvero il Salone dell’Archeologia e del Turismo Culturale in programma a Firenze.
“Di notevole interesse, si legge nel comunicato, i primi risultati a cui sono approdati gli scavi, che hanno evidenziato l’esistenza di una struttura di culto di età ellenistica (IV-I secolo a.C.) presente lungo il corso d’acqua sotterraneo. Gli archeologi hanno recuperato nell’area sacra numerosi reperti e nei prossimi mesi sono previsti studi specialistici e varie attività di documentazione”. Il Tempio, l’ antica struttura di culto, non è però l’unica scoperta degna di rilievo.

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Grotte-di-Pertosa-Auletta_Scalpello-immanicato-dell’eta-del-Bronzo

Le Grotte di Pertosa-Auletta sono note, altresì, per i resti di un villaggio palafitticolo, risalente al II millennio a.C. ed è, a proposito di questo, che gli scavi hanno riportato alla luce qualcosa, per cui è dato leggere ancora: “Sono proseguite le ricerche sulla palafitta protostorica presente nella cavità – un caso unico in Europa in ambiente ipogeo – con l’individuazione di ulteriori estensioni della struttura, sottoposta a campionature di legni per successive analisi di laboratorio.
La ripresa delle indagini è prevista per gli inizi del 2026, ancora una volta in concomitanza con il temporaneo periodo di fermo biologico del sistema sotterraneo, quando le visite turistiche vengono sospese dalla Fondazione MIdA.
Il convegno: Lungo le acque oscure. Archeologia delle Grotte di Pertosa-Auletta, “costituirà un momento per presentare e sottolineare ad un ampio pubblico l’importanza archeologica del sito”. Previsti gli interventi di Irma Della Giovampaola, direttore dell’Istituto Centrale per l’Archeologia, e Maria Rosaria Carfagna, presidente Fondazione MIdA. E, ancora, quello di Felice Larocca, direttore del Centro di ricerca speleo-archeologica “Enzo dei Medici” e del Museo Speleo-Archeologico di Pertosa, e gli altri: di Alessia Fuscone, funzionario archeologo dell’Istituto Centrale per l’Archeologia, e di Lorenzo Mancini, funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino.

Autore: Gennaro D’Orio – doriogennaro@libero.it

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