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Mario Zaniboni. Il carro solare di Trundholm.

Il Carro solare di Trundholm è un manufatto in bronzo costruito a cera persa scoperto nel 1903 in Danimarca, presso la località di Trundholm (Solvognen, in danese) della Zelandia occidentale, situata sulla costa nord occidentale dell’isola Selandia.
È stato trovato in una palude che è stata datata fra il XV e il XIV secolo a.C. È una rappresentazione del Sole, secondo la mitologia norrena, seppellito come un’offerta rituale oppure finito laggiù per ragioni ignote.
Pulito restaurato, malgrado ne manchino dei pezzi, è conservato e lasciato all’ammirazione dei visitatori nel Nationalmuseet di Copenhagen.
La struttura è formata da due elementi, un cavallo e un disco, tutti e due montati su un traliccio che ha le caratteristiche di un carro con sei ruote a quattro raggi. Sulle quattro ruote anteriori è un cavallo in piedi, fissato allo stesso, così come il grande disco, che è bloccato diritto sulla parte posteriore che ha due ruote.
Il disco, del diametro di 25 centimetri, presenta un qualcosa di dorato solamente sul lato destro, mentre nulla è su quello sinistro. L’interpretazione della ragione per la quale solamente la faccia destra del disco sia dorata è semplicemente una visione astronomica fondata sulle tradizioni: siccome il carro riguardava un dio, facendo riferimento a una delle religioni della Scandinavia di quei tempi ed alle credenze delle sue genti, le convinzioni più comuni erano che di giorno il sole si spostasse da est a ovest, presentando il lato infuocato e scaldando la Terra (il lato destro dorato del disco) e facesse il viaggio in senso contrario, da ovest verso est, ed essendo di notte, appunto, non si potesse vedere (e, allora, ecco il lato sinistro, non dorato).
L’esame del reperto dimostra che i Vichinghi avevano lavoratori che conoscevano perfettamente l’arte e la tecnica per la fusione del bronzo e per la cesellatura fine. Purtroppo, mancano alcune parti, ma ciò che resta consente la visione di un manufatto di grande qualità.
Naturalmente, il ritrovamento del Carro solare di Trundholm ha scatenato l’interessamento di diversi studiosi verso questa novità bella e intrigante nella ricerca a chi fosse collegato un manufatto ben strutturato, sicuramente costruito per scopi di carattere rituale e religioso.
Il parere più comune, che circolò fra gli studiosi che se ne sono interessati, è che il carro fosse la riproduzione in miniatura del carro vero, quello a grandezza naturale, che veniva usato durante manifestazioni legate ai riti ed alle cerimonie celebrati in onore dei culti di Nerthus nel nord della Germania e di Freyr in Svezia.
Ma chi erano questi due personaggi? Nertus era una divinità femminile legata alla fertilità, della quale Tacito ebbe modo di scrivere nel suo De origine et situ Germanorum, e Freyr, dio della bellezza e della fecondità.
E grandi storici sono dell’avviso che il disco voglia rappresentare Sòl, una divinità solare nordica, che attraversava il cielo con il suo carro trainato da due cavalli.
Se fu sepolto in un luogo scelto, di questo non si sa nulla.
Comunque, si tratta di un reperto bello ed interessante, che ci dimostra una volta ancora come l’uomo cercasse (e continui tuttora) di intendere come e perché sia su questa Terra, alzando gli occhi al cielo, perché da là sarebbe potuta venire (o potrebbe venire) una risposta; per qualcuno c’è stata, mentre altri la stanno ancora aspettando.

Autore: Mario Zaniboni – zamar.22blu@libero.it

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