La campagna di scavo del 2024, condotta nell’ambito del Bisenzio Project, ha portato alla luce straordinari reperti nel sito etrusco di Bisenzio, situato sulle sponde del Lago di Bolsena. Questo importante progetto internazionale, diretto da Andrea Babbi, ricercatore del CNR ISPC e collaboratore del Centro Leibniz per l’Archeologia di Mainz, ha rivelato l’esistenza di un nucleo sepolcrale intatto risalente al VII-VI secolo a.C., scampato ai saccheggi del passato.
Durante le ricerche, è stato rinvenuto un nucleo di tombe parzialmente sovrapposte come a rendere manifesto il legame parentale tra i defunti. La sepoltura più antica si caratterizza per un imponente sarcofago in tufo rinvenuto sigillato e un articolato corredo segno della pìetas dei familiari del defunto.
Questo reperto eccezionale permette di gettare nuova luce sulle pratiche funerarie e sulle dinamiche sociali delle aristocrazie etrusche dell’epoca. Le analisi osteoarcheologiche e archeogenomiche che seguiranno contribuiranno a ricostruire la vita di questo individuo, probabilmente uno dei principali promotori delle imponenti infrastrutture recentemente scoperte nel sito.
Il Bisenzio Project, attivo sin dal 2015, ha già prodotto una vasta mole di dati, finanziato dalla Fritz Thyssen Stiftung. Grazie a queste ricerche, è stato possibile ridisegnare la storia del sito, rivelando come la comunità di Bisenzio fosse un centro aristocratico molto dinamico durante il periodo orientalizzante e arcaico. Situato presso il pittoresco borgo di Capodimonte, sulla sponda sud-occidentale del Lago di Bolsena, Bisenzio era strategicamente rilevante nel contesto economico e culturale etrusco.
Le tombe, databili tra il VII e il VI secolo a.C., sono state ritrovate intatte, incluse all’interno di un recinto litico. L’accurata disposizione delle sepolture, in parte sovrapposte, suggerisce che i defunti appartenessero alla stessa famiglia aristocratica. Questi legami parentali sono stati resi evidenti dalle modalità con cui i sarcofagi e i corredi funerari sono stati collocati.
La tomba più importante tra quelle scoperte conteneva un grande sarcofago in tufo, la cui integrità ha consentito di ritrovare lo scheletro in condizioni eccellenti. Saranno ora condotte analisi scientifiche avanzate per determinare l’identità e lo stato di salute dell’individuo, aprendo la strada a nuove ipotesi sulla struttura sociale e politica di Bisenzio.
Oltre alle scoperte sepolcrali, le ricerche del Bisenzio Project hanno portato alla luce resti di infrastrutture monumentali, probabilmente di natura pubblica o religiosa, che testimoniano la complessità architettonica del centro. Questi monumenti, insieme ai corredi funebri ritrovati, confermano il ruolo di primo piano di Bisenzio tra le comunità etrusche della zona.
Tra i reperti ritrovati vi sono ceramiche finemente decorate, una situla in bronzo e ornamenti personali in metallo prezioso, che attestano il livello di sofisticazione artistica raggiunto dalla comunità e la sua connessione con reti commerciali e culturali sia locali che internazionali.
Il Bisenzio Project prevede ulteriori campagne di scavo e approfondimenti scientifici. L’obiettivo è quello di esplorare le aree circostanti e svelare nuovi dettagli sulla vita quotidiana e le relazioni politiche di Bisenzio. L’integrazione tra archeologia tradizionale e tecnologie innovative, come l’analisi isotopica e l’archeogenomica, garantirà una comprensione sempre più approfondita della società etrusca in questo cruciale momento storico.
Bisenzio, oggi corrispondente all’area collinare omonima che sovrasta la sponda sud-occidentale del Lago di Bolsena, è un sito archeologico di straordinaria importanza per la storia dell’Etruria antica. Situato nel cuore del Lazio settentrionale (Capodimonte – Viterbo), l’antico centro etrusco di Bisenzio, noto nei documenti medievali come Bisenzo, è stato un insediamento strategico e politicamente rilevante già a partire dall’epoca villanoviana (IX-VIII secolo a.C.), epoca a cui risalgono i primi segni di occupazione. La civiltà villanoviana è quella da cui si sviluppa il mondo etrusco.
Le indagini archeologiche e le scoperte avvenute nel corso degli anni hanno permesso di ricostruire le prime fasi di sviluppo di Bisenzio come centro di potere nell’Etruria.
Nel corso del VII secolo a.C., il sito acquisisce particolare importanza, in linea con il periodo cosiddetto orientalizzante, un momento storico caratterizzato da intensi scambi commerciali e culturali con il mondo greco e vicino-orientale. Durante questo periodo, l’aristocrazia locale accumula ricchezze significative, riflettendo il ruolo di Bisenzio come centro di scambi e cultura. Le tombe monumentali e i corredi funebri lussuosi, scoperti in quest’area, testimoniano la presenza di un’élite influente.
Bisenzio fiorisce durante il periodo orientalizzante e arcaico, con una struttura sociale dominata da famiglie aristocratiche che controllavano il territorio circostante e partecipavano a reti commerciali internazionali. La sua posizione strategica, affacciata sul Lago di Bolsena e vicina a importanti vie di comunicazione, ne favoriva i contatti sia con le altre città-stato etrusche, come Tarquinia, Vulci e Orvieto, sia con le colonie greche dell’Italia meridionale e con il mondo fenicio.
La presenza di infrastrutture monumentali e di un’organizzazione sociale complessa è stata confermata dai ritrovamenti di grandi necropoli, i cui sarcofagi, come quello scoperto nel 2024, indicano una sofisticata gestione dello spazio funerario e l’importanza della celebrazione del potere aristocratico anche attraverso la ritualità della morte.
Bisenzio si inserisce nella rete di città etrusche che, a partire dal VII secolo a.C., stabilirono un sistema politico e culturale complesso e articolato, caratterizzato da città-stato indipendenti ma unite da legami religiosi e commerciali. Durante il VI secolo a.C., il periodo di massimo splendore, Bisenzio vede la costruzione di imponenti opere pubbliche, templi e aree cerimoniali, segno della prosperità del centro.
Grazie alle sue risorse naturali e alla sua posizione geografica, Bisenzio divenne un nodo cruciale per i commerci con il Mediterraneo, ricevendo influssi culturali dall’area greca, fenicia e dalle culture italiche circostanti. Tra i reperti rinvenuti vi sono ceramiche di produzione locale ma influenzate da modelli ellenici e orientali, che testimoniano il ruolo centrale del sito nelle dinamiche di scambio culturale e commerciale.
Con il passare del tempo e con l’ascesa di Roma, Bisenzio e le altre città etrusche iniziarono a subire l’influenza e poi la dominazione romana. Tuttavia, il sito mantenne una certa rilevanza anche in epoca romana, come attestano le fonti storiche e i ritrovamenti archeologici. In epoca tardo-antica e medievale, Bisenzio viene ancora citata nelle cronache, specialmente per la sua posizione strategica nei conflitti tra Roma e le potenze barbariche.
Oggi, grazie al Bisenzio Project, è possibile riconsiderare l’importanza del sito non solo come centro etrusco, ma come un luogo di lunga durata storica, che ha attraversato varie fasi di occupazione, trasformazione e declino, continuando a raccontare la sua storia millenaria attraverso le scoperte archeologiche più recenti.
Fonte: www.stilearte.it 3 ottobre 2024