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VILLASIMIUS (Ca). Cuccureddus di Villasimius, un approdo che accoglieva nel santuario i naviganti mediterranei.

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Il sito archeologico si trova su tre piccole colline che si affacciano sull’ampio Golfo di Capo Carbonara, nella Sardegna sud-orientale, in prossimità del Rio Foxi.
La struttura principale è un tempio costruito nel VII a.C. raggiungibile attraverso una scalinata da chi sbarcava nel porticciolo.
L’archeologo Michele Guirguis, impegnato nell’ultimo decennio negli scavi del sito, ha portato alla luce alcuni vani di servizio del santuario dedicato alla dea Astarte. L’estuario del rio Foxi era un buon porto naturale ed il fiume consentiva un facile ormeggio alle imbarcazioni.
I sardi locali decisero di realizzare un punto d’incontro per i navigatori che frequentavano il Tirreno ed il Canale di Sardegna. Dista 40 km dall’antica Karalis e 50 km da Sarcapos, piu a nord, alla foce del Flumendosa presso Muravera, porti raggiungibili con un giorno di navigazione.
villasimiusNell’insediamento sono stati trovati reperti ceramici locali come lucerne, anfore, pentole e piatti, e vari materiali d’importazione, provenienti soprattutto dall’area greca.
Gli studiosi propongono che nel tempio si svolgesse la pratica della prostituzione sacra, documentata per numerosi santuari dedicati ad Astarte e presenti in tutto il Mediterraneo.
Negli ambienti dell’edificio sono stati trovati contenitori di unguenti e balsami profumati, e terrecotte con forme sessuali maschili e femminili.
Il villaggio era strutturato con abitazioni e magazzini adibiti alla conservazione delle derrate alimentari.
Intorno al 540 a.C. Cuccureddus fu vittima di un saccheggio ed un vasto incendio, e venne abbandonato. Forme ceramiche frantumate sui pavimenti, numerose punte di freccia, cretule (i sigilli dei papiri) e mattoni di argilla cotti dal fuoco sono solo alcune delle testimonianze archeologiche della distruzione cruenta del sito.
Tuttavia, i recenti scavi hanno portato alla luce varie anfore di produzione punica del V e IV secolo a.C. e ciò dimostrerebbe una frequentazione successiva all’abbandono. Frammenti di bucchero etrusco e materiali greci suggeriscono un canale commerciale privilegiato fra Tirreno e Canale di Sardegna, con i sardi che offrivano una serie di approdi commerciali che favorivano contatti ad ampio raggio fra oriente e occidente mediterraneo.
villasimiusTra i frammenti metallici di Cuccureddus abbiamo una punta di freccia in bronzo con cannone cavo circolare, foglia costolata ed arpione singolo molto diffusa nel mediterraneo centro-occidentale tra VII e VI a.C., probabilmente collegata all’evento che distrusse il sito.
L’abbondanza di contenitori da trasporto è l’indizio principale della vocazione mercantile del sito.
In età romana l’area venne rioccupata ed il luogo di culto riprese le sue funzioni fino almeno al IV secolo d.C., come testimonia il rinvenimento di una statua in marmo di quell’epoca riutilizzata all’interno della chiesa di S. Maria di Villasimius come statua di culto della Madonna.

Autore: Pierluigi Montalbano, 3 set 2024

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