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Mario Zaniboni. Coppa di Arkesilas, un kylix magnifico.

Durante l’esecuzione di ricerche e scavi nell’area archeologica di Vulci nell’Etruria, territorio laziale compreso fra i fiumi Arno e Tevere e il Mare Tirreno, venne alla luce, insieme con altri interessanti reperti, una magnifica coppa a figure nere su fondo bianco: si trattava di un kylix, cioè di uno di quei tipici manufatti in ceramica che servivano nelle libagioni e nelle bevute, alto 20 centimetri e con il diametro di 29 centimetri.
zaniboniIl reperto è stato prodotto fra il 565 e il 560 a.C. dal così definito pittore di Arkesilas, per il fatto che il personaggio più importante è il re di Micene Arcesilao II. Sul tondo, infatti, è messo in evidenza il sovrano, che segue attentamente e controlla alcuni servitori nelle operazioni di pesa, imballaggio e stoccaggio della lana, secondo alcuni studiosi; mentre, secondo altri, e forse più plausibile, si tratta di una partita di silphion, una pianta rara, che era la risorsa commerciale di maggior valore, venduta come spezia e medicinale, di cui Cirene aveva il monopolio, e che era fondamentale per l’economia cittadina. In effetti, lo era a tal punto che essa divenne il simbolo della città e fu coniata su diverse monete.
Iscrizioni riportano i nomi dei presenti, fra cui è pure una figura ammantata.
Interessante soffermare l’osservazione sulla rappresentazione della bilancia a piatti, che denota le conoscenze tecnologiche di allora.
Che Cirene avesse contatti commerciali anche con paesi dell’Africa lo dimostrano le figure rappresentanti animali, vale a dire un gatto, una lucertola, uccelli e, soprattutto, scimmie.
Oggi, il kylix è esposto al Cabinet des médailles della Biblioteca nazionale di Francia a Parigi, dove può essere ammirato ed apprezzato dagli amanti delle cose che giungono a noi da un passato molto lontano.

Autore: Mario Zaniboni – zamar.22blu@libero.it

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