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BERBENNO (BG). Scoperta una tomba di 4 mila anni fa durante gli scavi per la nuova palestra.

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Il ritrovamento durante gli scavi per realizzare la nuova palestra delle scuole elementari a Berbenno in Valtellina. I filari di viti, il borgo abbarbicato a 400 metri di quota, sul versante retico, lo sguardo che abbraccia la valle dell’Adda. Nel punto dove cinquemila anni fa esisteva, l’ipotesi più probabile, un santuario preistorico: steli di pietra incise o antropomorfe allineate, a creare una sorta di Stonehenge delle Alpi. Le stesse lastre riutilizzate secoli dopo per la sepoltura degli abitanti del villaggio, tra la fine dell’età del Rame e l’inizio di quella del Bronzo, 4.000 anni fa, come testimonierebbe la tomba rinvenuta a inizio agosto nel cuore del paese.
«Una scoperta eccezionale», spiega Stefano Rossi, funzionario archeologo della Soprintendenza. Gli operai, mentre erano impegnati negli scavi delle fondamenta della struttura sportiva, hanno trovato le ossa: gli scheletri di due individui, il capo adagiato su un cuscino di sasso, i corpi rannicchiati in posizione fetale, una parete del sepolcro costruita con una stele istoriata. «Si tratta di una tomba in cista litica, una cassa realizzata con lastre disposte a taglio di età preistorica — prosegue Rossi —. La sepoltura, che ospitava i resti di almeno due persone, in un caso parrebbe trattarsi di un uomo, era circondata da pietre ed era probabilmente ricoperta da un tumulo. La datazione non è ancora certa, ma sembrerebbe risalire a oltre duemila anni prima di Cristo».
«Si tratta del primo rinvenimento del genere in Valtellina e in Lombardia, che è reso ancora più sorprendente dal fatto che per costruire parte del sepolcro è stata riutilizzata una statua stele istoriata risalente a 5.000 anni fa, simile a quelle rinvenute nell’area di Teglio e oggi esposte a Palazzo Besta. La stele di via Roma a Berbenno amplia moltissimo l’area di diffusione di questi manufatti».
Incisi sulla pietra collane e pugnali, a caratteri misti, anche questa una rarità. La prima ipotesi è che gli uomini che abitavano la vallata alla fine dell’età del Rame abbiano utilizzato lastre del santuario costruito mille anni prima dai loro antenati per realizzare le loro tombe. «Gli scavi sono solo all’inizio, ci aspettiamo di trovare altro. L’area archeologica appare molto vasta — sottolinea Rossi —. Dai primi rilievi siamo di fronte alla testimonianza non solo dell’integrazione tra antiche culture, spostando la frequentazione dell’area indietro di almeno dieci secoli, ma all’affermarsi di una ideologia diversa.
I sepolcri di quattromila anni fa impreziositi dalle lastre dei santuari di mille anni prima sembrano quasi certificare la nascita di una differente visione spirituale. Quasi come i cristiani che distrussero gli idoli pagani. Fino a quando non saranno ultimate tutte le indagini non potremo avere certezze, se non quella della rarità del sito, simile a quello di Sion, in Svizzera».
«Lavorare in un luogo del genere è il sogno di ogni archeologo», dice Marco Redaelli, responsabile della società Sap a cui sono affidati gli scavi. «Vorremmo che il ritrovamento, grazie all’aiuto degli archeologi, della Soprintendenza e degli enti territoriali, rappresentasse un’opportunità per Berbenno, prima di tutto per la riscoperta delle nostre origini, e poi in chiave culturale e turistica», le parole del sindaco Valerio Fumasoni e dell’assessore Beatrice Salinetti. In futuro i resti verranno trasportati e riallestiti altrove. Giovedì 22 agosto sarà possibile visitare il cantiere alla presenza degli archeologici: i posti a disposizione sono andati esauriti in poche ore.

Autore: Barbara Gerosa

Fonte: milano.corriere.it 18 ago 2024

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