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GIUGLIANO (Na). Resti umani nella tomba del Cerbero.

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I resti di un cadavere inumato in posizione supina, coperto da un sudario, probabilmente mineralizzatosi per le particolari condizioni della camera funeraria. Tutto intorno elementi di corredo funebri tra i quali alcuni unguentari e strigili cioè strumenti utilizzati dagli uomini nel mondo greco-romano per rimuovere dal corpo la mistura detergente di polvere e olio.
Il ritrovamento all’interno di un sarcofago sigillato per oltre 2000 anni e custodito all’interno della Tomba del Cerbero, scoperta circa un anno fa. La nuova scoperta è stata possibile grazie ad una microcamera che ha aperto un piccolo varco all’interno del sarcofago.
La prosecuzione delle indagini archeologiche e delle attività di campionatura ed analisi in laboratorio nei prossimi mesi consentirà di raccogliere ulteriori dati interessanti non solo dall’ipogeo ma anche dalla necropoli circostante, utili a ricostruire il panorama storico e sociale di una comunità antica che ha ancora tanto da raccontare.
Le indagini all’interno della Tomba del Cerbero, a Giugliano, proseguono anche in vista della ripresa degli scavi nella necropoli circostante e delle attività di restauro degli affreschi, finanziati dal Ministero della Cultura, grazie anche all’interesse dimostrato dal ministro Gennaro Sangiuliano in visita istituzionale al sito lo scorso novembre.
«La Tomba del Cerbero continua a fornire preziose informazioni sul territorio flegreo nei pressi di Liternum, ampliando la conoscenza del passato, e offrendo opportunità per ricerche anche di carattere multidisciplinare», dichiara il soprintendente Mariano Nuzzo. «Negli ultimi mesi, infatti – aggiunge – le analisi di laboratorio condotte sui campioni prelevati in corrispondenza degli inumati e dei letti deposizionali hanno restituito una notevole quantità di dati circa il trattamento del corpo dei defunti ed il rituale funerario messo in atto, arricchendo notevolmente il panorama delle nostre conoscenze. Un lavoro di squadra guidato dalla Soprintendenza, che ha visto impegnati archeologi, tecnici, antropologi, paleobotanici, chimici, uniti nel comune obiettivo di interpretare i dati raccolti e svelare il sito nel tempo».

Autore: Gimmo Cuomo

Fonte: https://napoli.corriere.it 23 luglio 2024

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