Archivi

TORINO. Verso il nuovo Museo Egizio, alle Gallerie d’Italia il video immersivo dentro il paesaggio antico.

museo egizio

Nella sale di piazza San Carlo l’assaggio del futuro tecnologico-multimediale del museo, in vista della chiusura per lavori dal 17 giugno al 13 luglio. Greco: «Cerchiamo un’immersività che porti indietro nel tempo».
Un piccolo anticipo del Museo Egizio che sarà, almeno per la sala immersiva che nascerà all’ipogeo il prossimo anno, al termine dell’ampia ristrutturazione in occasione del bicentenario. È quanto si può vedere da oggi al 12 settembre presso un’altra sala immersiva, quella delle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, dove si può ammirare liberamente l’installazione visiva Paesaggi/Landscapes.
Si tratta di un video di otto minuti nel quale, grazie a più punti di vista, si può fare un salto nell’Antico Egitto per vedere, questa volta, non le Piramidi, ma il paesaggio, la flora e la fauna, il terreno che cambia con il passare delle epoche e sì, anche qualche tempio che cresce come crescono le piante.
«È una anticipazione di quello che vedrete al Museo Egizio — dice il direttore, Christian Greco — e ci auguriamo che questa nuova modalità di fruizione possa attirare soprattutto i giovani».
L’Egizio, intanto, chiuderà per lavori dal 17 giugno al 13 luglio, periodo individuato con cura essendo il momento dell’anno nel quale il museo registra l’afflusso minore di pubblico. L’obiettivo, grazie al partner Francorosso, è rendere gratuite le giornate del 13 e del 14 luglio.
«Io e Riccardo Antonino di Robin Studio abbiamo finalizzato in questo video il lavoro di tutto il personale dell’Egizio — spiega Enrico Ferraris, curatore del museo — ed è la prima sperimentazione: l’idea è usare una sala immersiva come strumento museografico. Raccontiamo qualcosa di più che un paesaggio scientifico, man mano ci spostiamo indietro nel tempo». Grazie a riprese ad alta definizione, realizzate con i droni, o ricostruzioni in digitale.
Un tema, la ricostruzione, sul quale l’Egizio si interroga da tempo. «A duecento anni dalla fondazione — aggiunge Greco — ci siamo detti che manca una cosa: il paesaggio. Il museo è un luogo di conservazione e distruzione, perché le collezioni, all’origine, furono private del loro luogo di appartenenza. Riportiamo il paesaggio in due modi: ricostruendo il giardino nel museo e il paesaggio in digitale. La dinamicità delle immagini ci fa capire che non esiste un paesaggio statico come immaginiamo l’Antico Egitto».
L’Egizio che trova una casa temporanea alle Gallerie d’Italia sancisce una più forte collaborazione, grazie a un accordo triennale, con Intesa Sanpaolo. «Un’amicizia che si conferma, si rinnova e va ben oltre la trasformazione della sala immersiva», commenta Michele Coppola, executive director arte, cultura e beni storici di Intesa Sanpaolo e direttore generale di Gallerie d’Italia.
«Il sostegno economico alla trasformazione del museo — aggiunge — è evidente e si affianca a Compagnia di San Paolo. Ci sono attività che riguardano promozioni per i visitatori e contenuti condivisi. È importante la modalità con cui un soggetto culturale atipico come Intesa Sanpaolo con Gallerie lavori accanto all’Egizio. In questi tre anni vedremo molte cose».
Nel frattempo, ci saranno incontri alle Gallerie d’Italia dal 19 giugno e per la chiusura ufficiale del bicentenario, di nuovo all’Egizio, è atteso Ali Abdel Halim, direttore del Museo Egizio del Cairo.
Entro fine anno arriveranno molte novità strutturali, poi si parlerà anche della governance, perché il cda, con la presidente Evelina Christillin, dovrebbe scadere a settembre 2025. «Nessuno di noi è attaccato alla poltrona — spiega la presidente — e siamo felici di quello che abbiamo fatto. Vorremmo concludere il lavoro del bicentenario (progetto da 23 milioni totali di cui 5 con fondi propri del museo, ndr). Siamo grati al Provveditorato ai lavori pubblici che ci sta seguendo come stazione appaltante».

Autore: Paolo Morelli

Fonte: torino.corriere.it 13 giu 2024

Segnala la tua notizia