Ad agosto scorso, durante dei lavori per la costruzione di un parcheggio a Cave, lungo Via Falcone Borsellino, è emersa una importante scoperta archeologica: sono stati infatti rinvenuti i resti di un‘antica chiesa, Santo Stefano, di periodo Medievale. Dopo gli studi effettuati i risultati ottenuti sono stati presentati in un convegno di taglio scientifico presso il prestigioso Palazzo della Cancelleria di Roma.
Le indagini archeologiche condotte dalla Soprintendenza in località Colle Santo Stefano hanno riportato alla luce un edificio che, in base alla planimetria e ai dati archeologici raccolti, è identificabile con una chiesa cristiana.
“Si tratta di una costruzione con pianta a croce latina a navata unica, orientata nord-sud, posta a ridosso del prolungamento della via Prenestina antica in direzione del territorio di Genazzano.
Seppur notevolmente compromessa, al suo interno è stata rimessa in luce, in ottimo stato di conservazione, una vasca di particolare pregio impiegata per il battesimo dei Jedeli (catecumeni), secondo l’antico rito dell’immersione.
Di particolare interesse anche i reperti ceramici rinvenuti negli strati indagati con lo scavo, fra cui spiccano forme integre di maiolica arcaica trecentesca.
Gli scavi, tuttora in corso, sono effettuati sotto la direzione scientifica della funzionaria archeologa dott.ssa Gabriella Serio e coordinati sul campo dall’archeologo dott. Andrea Fiasco.
Studi del tutto preliminari sembrano suggerire una possibile interpretazione dell’edificio con la primitiva chiesa di Santo Stefano, uno dei luoghi di culto più antichi del territorio cavense, attestata a partire dall’VIII secolo d.C.” – si apprende da fonti pubblicate dall’Amministrazione di Cave.
Le indagini archeologiche si stanno svolgendo nell’ambito di un progetto per la realizzazione di nuove aree a servizio della Scuola Elementare condotto da Astral SpA e dal Comune di Cave, diretto dall’arch. Francesca De Grandis e dall’ing. Fabio Corti, sotto la supervisione dell’Amministrazione Comunale presieduta dal Sindaco Angelo Lupi, con il supporto e il coordinamento dell’Assessore ai Lavori Pubblici Giulio Beltramme e dell’Assessore alla Cultura Silvia Baroni che dichiara, proprio al margine della presentazione del convegno in Capitale, quanto segue:
Questa è una data importante per la storia della città di Cave perchè crea un collegamento con il grande valore di questo ritrovamento archeologico. Ci tengo a dire che l’approccio di disponibilità offerto prontamente dalla nostra Amministrazione di Cave guidata dal Sindaco Angelo Lupi ha consentito una agilità delle attività svolte in perfetta sinergia con la Soprintendenza.
La ulteriore prosecuzione dei lavori permetterà di studiare un’adeguata valorizzazione dell’importante sito archeologico venuto alla luce, che sarà inserito all’interno della nuova opera pubblica e restituito alla comunità cittadina.
Le ricadute positive saranno generosissime sia per le opportunità dei nostri studenti, di tutte le scuole di Cave, delle attività di tutti i generi che potranno giovare di nuove opportunità turistiche e sicuramente di una rinnovata offerta culturale che sarà un volano capace di attrarre investimenti e richiamo turistico di qualità.
Cave amplierà la propria capacita attrattiva e tanti settori ne potranno approfittare per un rilancio in chiave ancora più interessante delle nostre già molteplici caratteristiche.
Inoltre senza dubbio questa scoperta intercetterà anche tutto il più ampio circuito interterritoriale valorizzando un più ampio bacino.
Condividiamo e speriamo di continuare a condividere una visione ampia delle potenzialità enormi di questa fortunata scoperta. In particolare, dati i miei studi come storica dell’arte, sono consapevole della immensa risorsa di questa opportunità. La coglieremo per connetterla a tutte le possibilità che può offrire per rilanciare tutta Cave e le sue attività”.
Conclude così la Storica dell’Arte Dott.ssa Silvia Baroni.
Parla dell’importante rinvenimento archeologico la Dott.ssa Gabriella Serio, funzionario archeologo della Sovrintendenza con competenza nell’ager prenestino, che descrive così la scoperta:
È stato molto emozionante durante i lavori per la realizzazione di un parcheggio funzionale ad un edificio scolastico rinvenire delle tracce sul terreno e piano piano abbiamo allargato tutta l’area di scavo e piano piano si è svelata ed è uscita fuori una chiesa, un edificio ecclesiastico con tutta la sua planimetria. (omissis)… è stato possibile acquisire moltissimi dati sia sulla architettura dell’edificio sia sulla sua storia”.
Una particolarità che accende interesse, guardando la pianta emersa dai lavori di scavo, è la configurazione dell’edificio non perfettamente simmetrico. Un aspetto questo tipico di edifici piuttosto antichi – chiese nello specifico – che sono strutturati in pianta con la così detta “reclinatio capitis” , cioè ad indicare quella particolare “inclinazione del capo” che si riferisce al Cristo Crocefisso e all’iconografia quasi universalmente utilizzata nel rappresentare l’estremo supplizio di Nostro Signore Gesù Cristo. Questo affascinante aspetto, presente nel ritrovamento di Cave, viene così descritto dalla stessa Dott.ssa Gabriella Serio:
Si tratta della iconografia della “reclinatio capitis” cioè l’impianto della chiesa suggerisce proprio la posizione del corpo del Cristo esanime sulla croce, quindi il transetto e l’abside corrispondono alla testa reclinata del Cristo e poi la navata corrisponde alle gambe ed ai piedi.
“Cave ogni giorno restituisce un pezzetto di un patrimonio di primissima qualità per il territorio laziale”
–sottolinea il Dott. Andrea Fiasco proseguendo successivamente così:
“Il grande entusiasmo che ha sortito questa scoperta nell’Amministrazione comunale (di Cave n.d.r.) è sicuramente di buon auspicio per la valorizzazione di questo luogo e anche per tutto il progetto di valorizzazione che comunque negli anni questa amministrazione ha condotto su questa città.”
Il Prof. Daniele Federico Maras, segretario della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, esordisce:
“Abbiamo ospitato questa occasione eccellente di poter presentare una scoperta nuova, recente e immediatamente disponibile al pubblico grazie alla attività della Sovrintendenza e alla ricerca che è stata svolta in tempo reale insieme con la scoperta. ”
E spiega ancora il Prof. Daniele Federico Maras:
Una scoperta che è di archeologia cristiana ma allo stesso tempo è radicata nel territorio, ricostruisce la storia del nostro territorio a due passi da Roma ma con interessi per la storia per i Benedettini, la storia di Subiaco ed il tratto di strada che va da Praeneste, Palestrina, fino a Subiaco. Quindi è una occasione eccellente per guadagnare un pezzo di storia che era andato completamente perduto”.
Verranno pubblicati da parte della Pontificia Accademia Romana di Archeologia gli studi relativi al ritrovamento archeologico di Cave, utili per studiosi e ricercatori.
Autore: Alessandra Battaglia
Fonte: www.monolitenotizie.it 7 giu 2024